Sito Ufficiale della Democrazia Cristiana Mesagne: L’Italia riapre la base in Antartide, partono 25 ricercatori.
 
 
lunedì 4 agosto 2008
L’Italia riapre la base in Antartide, partono 25 ricercatori.
Gli studi sul Polo Sud Verifiche sul ritiro dei ghiacci e sulle risorse naturali. Il Sottosegretario Pizza: pronti i finanziamenti.

Si torna al lavoro in Antartide. Nelle basi Zucchelli e Concordia rientrano i nostri scienziati mandati a casa dopo che il passato governo aveva negato i finanziamenti necessari. “Non possiamo disperdere il patrimonio accumulato negli ultimi venti anni, dice Giuseppe Pizza, Sottosegretario per l’istruzione, l’università e la ricerca, soprattutto ora che gli studi nelle aree polari si rivelano sempre più determinanti per gli andamenti climatici. Per quest’anno garantiremo quindi tredici milioni di euro, più un’altra quota da definire per l’anno polare”. Riprende dunque l’attività interrotta anche se a livello contenuto perché la sua realizzazione richiede una lunga preparazione impossibile senza le risorse.
Cinque ricercatori andranno sulla base Zucchelli e una decina a Concordia, nata dalla cooperazione con la Francia. Altri dieci saranno presenti in programmi di vari Paesi. Assieme, inoltre, parteciperanno 44 tecnici garantendo le operazioni nell’estate antartica che si concluderà nel febbraio dell’anno prossimo. Per il seguente inverno si possono nel frattempo preparare 4 scienziati che vivranno separati dal mondo a Concordia. “Non possiamo venir meno ad accordi internazionali sottoscritti – aggiunge il Sottosegretario Pizza – e a studi avviati nei quali abbiamo investito negli anni passati 500 milioni di euro. Per il nostro governo la ricerca in Antartide è strategica per le politiche ambientali e alimentari”. Una flotta aerea composta da un velivolo da trasporto Hercules, due monoplani ad elica e due elicotteri garantiranno i trasferimenti di uomini e mezzi. Non è invece disponibile la nave per le indagini marine perché si doveva predisporre ancora all’inizio dell’anno per averla operativa oggi. Le risorse finanziarie ritrovate consentiranno di analizzare i dati raccolti con le perforazioni Andril e Taldice: la prima racconta la storia climatica egli ultimi 250 mila anni e la seconda evoluzione della calotta antartica e il suo influsso sul livello dei mari. “Poi ci occuperemo di sismologia, meteorologia, fisica dell’atmosfera e installeremo anche il telescopio ad infrarossi da 80 centimetri di diametro preparato dall’Università di Perugia”, precisa Carlo Alberto Ricci, presidente della Comissione nazionale per l’Antartide. Da due anni i piani per il “continente bianco” erano bloccati e i nostri ricercatori si trovavano paralizzati, mentre la comunità internazionale, dava il via all’Anno Polare, un’indagine approfondita che non aveva eguali da cinquant’anni.
“Anche da noi, come in altri paesi – nota Ricci – sarebbe opportuno creare un organismo che dia continuità alle ricerche sui Poli. Adesso è necessario approfondire le conoscenze anche dell’Artico dove oltre al ritiro dei ghiacci si è aperta la corsa alle risorse naturali”. Le altre grandi nazioni impegnate sui fronti ghiacciati del Pianeta mantengono attivi una novantina di scienziati al Polo Sud e una ventina al Polo Nord.
posted by segreteria Dc @ 16:32  
Risultati Amministrative
Video
News
Archivio
Links
La Dc nel territorio
Inchieste
Soldi alla Chiesa, verità e bugie
Redazione
CONTATTACI
Contatore
Siti amici