Sito Ufficiale della Democrazia Cristiana Mesagne: Giovanni Guarini, denuncia lo stato di abbandono della Stazione ferroviaria
 
 
venerdì 16 novembre 2007
Giovanni Guarini, denuncia lo stato di abbandono della Stazione ferroviaria

Il degrado in cui versa da tempo la stazione ferroviaria di Mesagne diviene l'oggetto di una nota che il coordinatore locale della Democrazia cristiana, Giovanni Guarini, ha inviato ai mass media al fine di denunciare lo stato di abbandono e pericolosità. "A Mesagne la stazione ferroviaria versa da anni in condizioni di totale abbandono e di degrado, nonostante le numerose segnalazioni di protesta da parte degli utenti del servizio.

Gli orari dei treni riportati sul tabellone sono aggiornati al 2005" precisa Guarini il quale aggiunge: "Al posto di una sala d'aspetto, uno scenario desolante accoglie il viaggiatore che si accinge a salire sul treno che collega la linea ferroviaria Brindisi-Taranto con portoni chiusi da inferriate con lucchetti, erbacce, obliteratrice inesistente, bagni rotti e sporchi, ovviamente inaccessibili e provvisti all'interno degli oggetti più impensabili, da un vecchio maglione a bottiglie di vetro vuote, centraline elettriche prive di protezioni di sicurezza con conseguente pericolo per la pubblica incolumità".

Ma non è tutto. "La cosa che stupisce - continua il coordinatore - è l'assenza di una biglietteria e di un capostazione, indispensabili per il buon funzionamento del servizio. Chi parte dalla stazione di Mesagne oltre a non usufruire di una sala d'aspetto non sa a che santo votarsi per poter reperire informazioni sugli orari e soprattutto, dove procurarsi i biglietti per partire. Il problema è che sono molti gli utenti del servizio: oltre ai viaggiatori occasionali, a dover fare i conti con questa situazione ci sono i lavoratori pendolari, e in particolare le centinaia di studenti universitari e delle superiori che lasciano il proprio paese per raggiungere i paesi vicini, Francavilla Fontana, Oria, Grottaglie, Brindisi, Lecce ecc. Molto spesso oltre a dover viaggiare in piedi, gli studenti devono munirsi altrove di biglietto per non incappare in una multa, alla luce della nuova normativa in vigore dal 17 settembre 2007 che prevede che i viaggiatori salgano sul treno muniti di biglietto convalidato, per non incorrere in sanzioni che vanno fino a 224 euro. Oltre al danno la beffa".

Guarini è come un fiume in piena: "La stazione fino a qualche tempo fa era munita di un Bar-tabacchi che sopperiva a sala d'aspetto, specialmente nelle giornate piovose invernali, oggi chi aspetta un treno si trova in balia di una decina di extracomunitari che frequentano il posto, non si capisce come e per quale motivo. Qualche mese addietro il passaggio a livello di via S. Vito era rimasto aperto mentre passava il treno. Era già accaduto al passaggio a livello di via Damiano Chiesa. Due tragedie sfiorate. Almeno per il momento".
A questo punto Guarini evidenzia alcuni progetti di rivalutazione della stazione che nel tempo sono rimasti nel dimenticatoio: "Nel lontano 2001 l'allora onorevole, Luciano Sardelli, Componente delle Commissioni Trasporti e Infanzia, eletto nelle fila di Forza Italia, fece della stazione ferroviaria un suo cavallo di battaglia, snocciolando un articolato progetto che vedeva la stazione di Mesagne come una sorta di metropolitana di superficie, collegando tra l'altro la Cittadella della Ricerca, dobbiamo ritenere che fu solo uno dei tanti slogan elettorali. Nel 2006 la Provincia di Brindisi annunciò il medesimo progetto, questa volta collegando oltre alla Cittadella anche il Centro Commerciale e l'Ospedale "Perrino" che ai tempi dell'onorevole Sardelli non erano ancora sorti, ed aggiunse che le fermate intermedie sarebbero state realizzate con fondi dell'Ente provinciale. Non si capisce bene che fine abbia fatto questo progetto, visto che non se ne sente più parlare. Mesagne nelle ultime consultazioni elettorali provinciali espresse 5 consiglieri, questo ci fa pensare, evidentemente, che utilizzano l'auto per recarsi a lavoro".
Nello scorso mese di agosto il Presidente dell'azienda delle Ferrovie dello Stato, nel corso di un'intervista pubblicata su di un settimanale nazionale, ha rilasciato alcune dichiarazioni allarmanti circa un futuro disimpegno per la rete ferroviaria salentina, considerata poco conveniente in termini di profitto; tali dichiarazioni forniscono un eloquente quadro di come a livello di azienda delle ferrovie statali e di governo regionale il Salento sia considerato alla stregua di una semplice periferia della Repubblica, a dimostrazione del fatto che il servizio pubblico offerto trova un limite nella politica aziendalistica, basata su una sospetta analisi costi benefici che ignora il gap degli investimenti, visione politica voluta e imposta da un demagogico governo nazionale "taglia costi" che evidentemente non ha come interesse il mantenimento dello stato sociale e dei servizi che pure costituzionalmente è chiamato ad assicurare al nostro territorio.
Il treno è per definizione il mezzo di trasporto vocato alla sostenibilità, in quanto pubblico e di basso impatto ambientale.
Da tempo si programma, con incerti risultati, l'auspicato trasferimento di quote crescenti del trasporto merci da gomma a rotaia, è evidente quanto il treno si da sempre mezzo di trsporto veloce, sicuro e ancora relativamente economico per i passeggeri, in particolare per categorie quali pendolari, trasfertisti, studenti ed è il legame con la propria terra di quanti lavorano lontano, è da sempre il mezzo privilegiato dalle classi sociali meno abbienti, dagli anziani, dai lavoratori. Lo è sempre di più anche da persone illuminate, che fanno della sostenibilità uno stile di vita, è in ogni caso componente fondamentale della qualità della vita di tanti di noi.
Per questo è intollerabile che mentre si combatte per la riduzione delle emissioni inquinanti e la Regione lavora ad un Piano della Qualità dell'Aria con disincentivi e penalizzazioni dell'utilizzo dell'automobile, Trenitalia pensi di poter tagliare importanti treni che collegano il Salento con il resto dell'Italia.
E' tanto più intollerabile per il fatto che della sostenibilità di questo mezzo di trasporto continuerebbero a beneficiare altri territori, ma non quello brindisino che produce l'energia che quei treni fa correre, rimanendo così di fatto il territorio che unicamente ne subisce gli effetti ambientali negativi.
Il taglio del trasporto passeggeri su rotaia è in generale un controsenso, ma dunque è addirittura inaccettabile a Brindisi, a maggior ragione dopo gli importanti investimenti per la elettrificazione e il radoppio della linea ferroviaria Bari-Lecce.
E' indispensabile che il Governo Nazionale e Regionale si facciano carico del fabbisogno di mobilità sostenibile del territorio brindisino e salentino.
Come Democrazia cristiana invitiamo i Ministri Bianchi e Pecoraro Scanio e gli Assessori Regionali Loizzo e Losappio ad un risolutivo intervento su Trenitalia.
posted by segreteria Dc @ 17:27  
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