Sito Ufficiale della Democrazia Cristiana Mesagne: Riammesso lo scudo crociato, il voto potrebbe slittare
 
 
mercoledì 2 aprile 2008
Riammesso lo scudo crociato, il voto potrebbe slittare
Roma, 2 apr (Velino) - Il segretario della Dc Giuseppe Pizza ancora non ci crede. Ha pensato a un pesce d’aprile e invece la notizia ha l'ufficialità del Consiglio di Stato che ieri ha accolto il ricorso presentato dallo stesso Pizza e ha disposto l'ammissione “della lista alla consultazione elettorale” del 13-14 aprile dalle quali era stata esclusa qualche settimana fa dal Viminale. Troppo confondibile con il simbolo di un altro partito della galassia ex Dc e cioè l’Udc di Pierferdinando Casini, aveva sentenziato l’amministrazione guidata da Giuliano Amato. Nonostante la magistratura avesse sancito la legittimità dell'uso da parte di Pizza del simbolo della vecchia Democrazia cristiana. La sentenza del Consiglio di Stato rischia adesso di deflagrare nella competizione elettorale già avviata, destabilizzandola. “Spetta al governo e al ministro Amato rimetterci in condizione di svolgere la campagna elettorale, al pari di tutti gli altri partiti”, aveva anticipato a caldo Pizza al VELINO, adombrando l'ipotesi del rinvio delle consultazioni.

La Dc, infatti, ha meno di 15 giorni per condurre la campagna elettorale contro i 30 previsti per legge. Uno sbocco scontato il rinvio? A freddo, Pizza ha chiarito che sarà la direzione del partito a decidere se chiederlo o meno. Se lo facesse, e fosse accordato, nessuno è in grado di stabilire quali sarebbero le conseguenze sull'esito del voto. La Dc di Pizza, prima di essere esclusa dalla competizione, aveva raggiunto un accordo con il Pdl al Senato in quindici regioni. Adesso Pizza dice: “Non mi importa, decide la direzione della Dc non gli altri. Con il Pdl abbiamo solo un accordo tecnico al Senato. Restiamo di centro e proporzionalisti. Siamo ferocemente contrari a questo sistema elettorale e all'abolizione delle preferenze: un golpe".

A confermare l’ipotesi di un rinvio è stato oggi lo stesso ministro degli Interni Giuliano Amato, ospite a Reggio Emilia per le commemorazioni di Camillo Prampolini. “Questa mattina ci verrà notificata la decisione cautelare per la riammissione di un simbolo e quindi della presentazione di una lista che potrebbe essere modificata dal giudizio di merito”, ha spiegato Amato. La procedura però, non essendo prevista nella legge elettorale, potrebbe “avere tempi indefiniti alla quale tuttavia – ha sottolineato – bisogna conformarsi”. La decisione finale nel merito, comunque spetterà al Tar del Lazio anche se, ammette Amato, “è possibile che su questo procedimento si innesti un regolamento di giurisdizione da parte della Cassazione per valutare se i Tar sono o no competenti a intervenire nel procedimento elettorale”. Mentre sulla decisione finale per il rinvio delle elezioni il giudizio spetterà a chi ha fissato la data e cioè a Governo e capo dello Stato.

L'ipotesi di far slittare il voto non piace al leader del Pdl Silvio Berlusconi che si appella alla Dc: "Il Paese ha bisogno di un governo immediatamente operativo perché ci sono situazioni che richiedono dei pronto interventi, come la tragedia dei rifiuti e come la questione Alitalia ed altre situazioni ancora, per cui sarebbe un danno per l'Italia e per gli italiani se si perdesse del tempo". Per questo, aggiunge il Cavaliere, "faccio appello alla Dc affinché abbia senso di responsabilità e rinunci alla richiesta di avere ulteriori giorni per la campagna elettorale ma allo stesso tempo chiedo alle tv di recuperare quegli spazi che la Democrazia cristiana non ha avuto in questi 15 giorni".

Anche Walter Veltroni è “assolutamente contrario al rinvio delle elezioni. Sarebbe per il nostro paese anche un colpo di immagine gravissimo”. Il candidato premier del Pd ritiene che il caso Dc sia “una cosa aperta nella destra, la destra la risolva. Spero non sia un tentativo per rinviare le elezioni”. A nome del Pri, il segretario repubblicano Francesco Nucara, candidato del Pdl, ammonisce Amato: “Ha il dovere di consultarsi in un momento di questa delicatezza, e potrà poi escludere di rinviare il voto oppure rinviarlo, secondo le debite convenzioni istituzionali e gli interessi della democrazia”. Per Nucara “quello che è certo è che fino a quel momento Amato ha il dovere di stare zitto”.

Esprimendosi più da giurista che da dirigente dell’Udc, Francesco D’Onofrio ricorda come “regola fondamentale di una democrazia” sia “quella che prevede che in caso di scioglimento delle Camere le elezioni si svolgano comunque non oltre la data specificamente prevista dalla Costituzione. L'articolo 61 della Costituzione espressamente prevede a tal riguardo che le elezioni si debbano svolgere entro settanta giorni dalla fine della legislatura. La decisione del Consiglio di Stato - sostiene D’Onofrio - deve pertanto essere resa coerente con questa rigida disposizione costituzionale. Considerando che il decreto di scioglimento delle Camere è intervenuto il 6 febbraio scorso, il termine ultimo perché si svolgano le elezioni pertanto è il 16 aprile: non sembra di conseguenza sussistere alcuna possibilità di rinvio delle elezioni a data successiva al 16 aprile”. Comunque vada, è fuor di dubbio che le schede elettorali dovranno essere ristampate per contemplare anche il simbolo della Dc. E potrebbero essere rifatti anche i sorteggi per stabilire in quale ordine i simboli dei diversi partiti debbano comparire sulle schede.
posted by segreteria Dc @ 16:10  
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