La situazione di crisi in cui versa la sanità pugliese è al centro dell’interesse politico della Democrazia cristiana soprattutto alla luce del possibile ridimensionamento della struttura ospedaliera della città di Mesagne in virtù del piano di rientro tracciato dalla regione puglia e che prevede, in una prima fase, la disattivazione di 6 posti letto di “day surgery” di ortopedia e successivamente un assorbimento delle attività dello stesso all’interno del nuovo ospedale di san Pietro Vernotico. Su questo punto, tuttavia non vi è chiarezza nel citato piano di rientro che parla della chiusura di ospedali in provincia di Brindisi, nei prossimi tre anni, solo per l’unità di Cisternino. Sarebbe utile, in questo senso, un confronto chiarificatore con il Presidente Vendola, in questo periodo, fra l’altro molto più impegnato a scalare la leadership del centro-sinistra nazionale, che ad occuparsi dei cittadini pugliesi, e l’assessore alla sanità Fiore, i quali dovrebbero spiegare ai cittadini la beffa di averli prima illusi con la promessa di ormai irrealizzabili riaperture di ospedali e poi invece gravati da nuove tasse vista l’introduzione di un euro di ticket sulle ricette farmaceutiche e la modifica dell’esenzione dal ticket per fasce di reddito.
Sul punto appare debole la difesa sostenuta dalla giunta regionale in base alla quale è colpa del governo nazionale e dell’ultima manovra finanziaria se si dovrà procedere a questi tagli! L’ultima manovra finanziaria, se pur legittimamente criticabile, non ha nessuna incidenza con lo sforamento del patto di stabilità contratto dalla Regione Puglia e relativo al 2006, che fra l’altro il consigliere Molfetta, nell’ultimo Consiglio Comunale, attraverso vere e proprie acrobazie dialettiche, ha tentato di farlo passare come un’azione virtuosa del governo Vendola….. tanto virtuosa che i cittadini pugliesi, nell’immediato futuro, pagheranno più tasse.
Nel citato consiglio comunale la DC ha sostenuto che la strada maestra per iniziare una battaglia a difesa delle nostre strutture sanitarie è quella di ripartire dal PAL, (Piano Attuativo Locale) approvato nel Marzo 2009 dall’ ASL di Brindisi ma non recepito dalla regione Puglia, e che prevede Il potenziamento della rete Ospedaliera e poliambulatoriale, la nascita della Casa della Salute, il rafforzamento dei consultori familiari ecc. Sul tema abbiamo registrato convergenze con il PD ed invece tanta ipocrisia all’interno delle posizioni della maggioranza.
È indubbio che il sistema sanitario nazionale e locale vada riorganizzato partendo proprio dall’eliminazione degli sprechi; ma occorre mettere sempre al centro dell’attenzione il malato, il suo diritto alla salute, un diritto costituzionalmente garantito che tutta la politica ha il dovere di tutelare. La riorganizzazione del sistema sanitario locale, che a nostro avviso, deve partire innanzitutto da una valorizzazione delle strutture e delle risorse sanitarie già esistenti sul territorio, è un problema che riguarda e deve coinvolgere tutte le forse politiche e sociali di questa città, perché tutti i cittadini ne sono i destinatari. E’ dunque necessario varare un piano comune che non può prescindere da un’attenta e preventiva discussione fra tutte le forze politiche (e non attraverso un semplice ordine del giorno adottato a maggioranza) prima di procedere ed adottare qualunque tipo di iniziativa che abbia come fine ultimo quello di garantire a tutti il diritto alla salute ed una sanità efficiente.
Il segretario politico DC Antonio Calabrese |