Il potere d’acquisto decresce, i prezzi al consumo salgono, l’inflazione galoppa, la disoccupazione è un dramma, in specie al sud. C’è però una categoria di “lavoratori” di cui nessuno si dispiacerà se rimarranno senza occupazione: i boia. Finalmente qualcosa a livello mondiale si muove verso la civilizzazione, verso la umanizzazione della convivenza e cioè il valore storico della moratoria sulla pena di morte passata all’ONU con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti. Si tratta della prima pietra per mandare in pensione il boia. Mi chiedo cosa chieda alla moglie rientrando a casa il boia: “cara, cosa hai preparato per cena?”, “ciao John, come è andata a scuola oggi?”, “Ciao, Yon Chan, non mi dire che non abbiamo più riso!”. Al Palazzo di Vetro di New York si sono poste le basi, anche grazie all’Italia e alla sua sensibilità fortemente ispirata dal vicino Stato Vaticano, per iniziare il lungo processo che un giorno porterà a cancellare dal pianeta la barbara pena che prevede la sottrazione della vita ad un proprio simile. Magari i boia avranno persino diritto alla “mobilità” e verranno reimpiegati in altri incarichi. Ve lo immaginate un ex boia reimpiegato come bidello di un asilo, dipendente del tribunale, come impiegato di una contea, dopo aver sparato alla nuca altri uomini, dopo aver acceso l’interruttore della sedia elettrica, dopo aver iniettato in vena un veleno mortale, dopo aver aperto il rubinetto del gas, dopo aver attivato la botola del patibolo dell’inpiccagione, dopo aver mollato la corda della ghigliottina, dopo aver scagliato la prima pietra della lapidazione? Il mondo si muove. Si muove verso la perfezione del rispetto della vita. Ora, dopo essermi impegnato personalmente per evitare che una vita fosse impedita aprioristicamente, vivo una vita di orgoglio per aver insistito affinchè una persona evitasse di abortire. Spesso vedo il prodotto dei miei sforzi di convincimento: è un bel giovane, garbato ed intelligente, uno come tanti, uno che aveva il diritto di vivere proprio come è successo a tutti coloro che leggono queste mie parole e che hanno avuto il privilegio di passare un periodo su questo mondo. C’è gente che si indigna per cose come il traffico, l’igiene urbana, l’illuminazione pubblica, il fenomeno del randagismo…. spesso però guardiamo l’albero e perdiamo di vista la foresta: alla base di tutto c’è la vita e senza vita non c’è l’opportunità di parlarne.
Daniele Morleo |