Sito Ufficiale della Democrazia Cristiana Mesagne: Caccia al simbolo. Stop della Dc: solo accordi tecnici
 
 
martedì 20 novembre 2007
Caccia al simbolo. Stop della Dc: solo accordi tecnici
Caccia al simbolo. Stop della Dc: solo accordi tecnici
Giuseppe Pizza è il titolare dello scudocrociato a cui l’ex premier ambisce. Oggi riunisce l’ufficio politico.

Il simbolo è quello dei Circoli della Libertà di Michela Vittoria Brambilla, ha cambiato solamente la scritta in “Il Popolo delle libertà”. Ma Silvio Berlusconi si accontenterà di questo marchio ? Oppure, come insistentemente si ipotizza, punta a qualcosa di più storico, quindi riconoscibile a tutti ?
Secondo la seconda ipotesi, il Cavaliere potrebbe avere in animo di conquistare il marchio dello scudocrociato. Proprio quello della Democrazia Cristiana che oggi, dopo molte vicissitudini giuridiche (tutto ha inizio nel ’94 dallo scioglimento della Balena Bianca), è nelle mani di Giuseppe Pizza, calabrese, che nell’agosto scorso, ne ha ottenuto la legittima proprietà con ordinanza della Corte di Appello di Roma. Pizza non vanta elezioni in Parlamento, ha però ri-seminato la storia dello scudocrociato con l’intento di rimettere insieme quel consistente arcipelago dc che è passato in Forza Italia, più in generale nella Cdl. Pizza pensa alla Democrazia Cristiana per le Autonomie di Gianfranco Rotondi, all’Udeur di Mastella a Lombardo, Scotti, Pomicino e soprattutto all’ Udc di Casini per “assestare il colpo mortale al bipolarismo truffa”. Ovviamente gli interessati si dicono disponibili a discutere del progetto, ma ognuno ritiene che debba essere Pizza ad aderire ai rispettivi movimenti e partiti, non l’inverso. A scompaginare anche queste trattative, dopo averlo fatto nella Cdl, potrebbe averci pensato Berlusconi. Proprio alla vigilia di Ferragosto, come riportava “Libero” di Vittorio Feltri, il Cavaliere aveva fatto partecipe della sua idea il “proprietario” del marchio Dc. La risposta arrivò a stretto giro con il sapore di smentita: “è una bufala estiva, fantasiosa e offensiva” dichiarò Pizza stizzito per la voce secondo la quale Berlusconi era pronto a staccare un assegno per impossessarsi del marchio. E per mettere in chiaro le cose, lo stesso Pizza, aggiunse che la Dc è il Partito di chi le vuole bene, non appartiene a nessuno, tantomeno a me”.
Ora, si torna a parlare dell’accostamento Berlusconi-Dc. Anche se tutti smentiscono, non è un caso che proprio questa mattina sia stato convocato l’ufficio politico dello scudocrociato per discutere della nuova iniziativa di Berlusconi. All’appuntamento ci sarà anche quel Giorgio Carollo che, “licenziato” da Forza Italia per forti contrasti con il governatore veneto Giancarlo Galan, prima ha fondato il Movimento Veneto per il PPE, poi ha siglato un accordo con Pizza, diventando notabile della Dc. Prima di esprimere un parere, Pizza ha atteso la conferenza stampa di Berlusconi. Poi, ha espresso “viva soddisfazione” per quanto detto dal leader di F.I. Che, a suo dire ha toccato “tre punti qualificanti: la presa d’atto del fallimento del bipolarismo; il ritorno al proporzionale puro ed il riferimento ai valori ed agli ideali del Partito Popolare Europeo”. Guarda caso, sottolinea il Dc, “gli stessi elementi che hanno caratterizzato, fino ad oggi la nostra battaglia politica. Su questa base è possibile ricostruire nuovi rapporti politici in grado di dare risposte adeguate ai gravi problemi del Paese”. Bene, “ma non siamo in vendita” precisa Raffaele Grazia, Commissario veneto del Partito.

Articolo dal quotidiano “Il Gazzettino” del 20 nov. 07
posted by segreteria Dc @ 16:26  
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