domenica 18 novembre 2007 |
DC, 3000 MANIFESTI PER IL RITORNO |
DC, 3000 MANIFESTI PER IL RITORNO Il revival della «balena bianca» test per le prossime elezioni
«A livello nazionale il nostro presidente ha ricevuto mandato di avviare il sequestro del simbolo» La Democrazia cristiana è tornata. Quella vera, o meglio, storica. L’unica e sola con dotazione full optional, ovvero scudo crociato e scritta “libertas”. Riappare per urlarlo a gran voce, proprio quando avevano cercato di zittirla per sempre, espellendola dal registro speciale per la tutela dei simboli e dei contrassegni di partito. Lo “scandalo” verrà reso noto a partire da domani con l’affissione di 12.000 manifesti 100x70 nella sola Roma e 3.000 in Veneto. Riaccendendo i riflettori sulla balena bianca.
«Volevano uccidere il simbolo della Democrazia cristiana che si rifà a De Gasperi» arringa Giorgio Carollo attuale Veneto Ppe, ma che grazie all’accordo con la Dc di Giuseppe Pizza, alle prossime elezioni rappresentarà la “Dc Veneto”. Un’edizione straordinaria - come recita la cartellonistica - per spiegare che «la casta ha provato ad eliminare il partito istituendo un registro speciale di stampo poliziesco» legittimato con un articolo a margine della Finanziaria. Questo avrebbe elencato tutti i partiti degni di esistere, raggruppando solo quelli attualmente rappresentati in parlamento - e riconoscimento deliberato da almeno 90 giorni - con un costo per ciascuno di 5000 euro annui. Per quanto riguarda la progenie dell’ex Dc, sarebbero sopravvissute solo Democrazia cristiana per le autonomie e Udc, con tanti saluti alla Dc di Piazza e Carollo, esclusa dal parlamento. Questo, ufficialmente, solo per impedire confusioni di sorta. «Hanno provato a prenderci in giro sostenendo che i soldi dell’iscrizione sarebbero serviti per appianare il debito pubblico - sostiene Carollo - come se qualche centinaio di migliaia di euro bastasse. Invece non facevano altro che imbavagliare la democrazia, cancellando per sempre il simbolo della Dc dalla politica». Per resistere all’oblio il tandem Pizza-Carollo aveva addirittura acquistato una pagina sul Corriere della Sera al fine di recapitare, alla modica cifra di 80 mila euro, il proprio appello direttamente al presidente della Repubblica, sollecitandolo a vegliare su quella stessa Costituzione che «la casta cercava di calpestare contravvenendo al principio di uguaglianza e libertà di associazione». Appello poi raccolto dallo stesso Senato che ha stralciato l’articolo. Così, dopo il tentato schiaffo in Finanziaria, lo spiraglio precedentemente aperto ai cugini del mondo cattolico, mettendo il simbolo «a disposizione di tutti quelli che amano la Dc» come dice Carollo, si è chiuso sulle mani di quelli che ormai sono solo rivali. «A livello nazionale è già stato dato mandato al presidente del partito di avviare la procedura di sequestro del simbolo - prosegue Carollo - Ora, l’affissione dei manifesti ci consentirà di raccontare come stanno le cose, riaprendo la discussione sulla Dc». Partono da qui le grandi manovre di riavvicinamento alla politica dei big: lo zoccolo duro della balena bianca si conta ancora in un 2% dell’elettorato che tanto fa gola a Berlusconi, non a caso primo a complimentarsi con Pizza per la memorabile prova di sopravvivenza. A gennaio partirà la conta con il tesseramento. «Siamo un partito di centro e non intendiamo entrare nella Cdl quanto piuttosto ad avere un legame con loro - conclude Carollo dopo il fallimento del sogno di mettere insieme tutti i volti della Dc - A livello locale siamo più interessati a una coalizione con le piccole realtà, a partire dal Pne. Alle prossime elezioni saremo pronti, anche in caso di politiche anticipate».
Articolo del "Mattino di Padova" del 14 novembre 2007 14/11/2007 |
posted by segreteria Dc @ 11:49 |
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