lunedì 31 marzo 2008 |
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posted by segreteria Dc @ 12:44 |
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mercoledì 26 marzo 2008 |
LUTTO NELLA DC MESAGNESE |
Singolare denuncia da parte dei dirigenti, dei candidati e degli iscritti, della sezione locale del partito della Democrazia cristiana. Questa notte neqli spazi elettorali destinati alla propaganda elettorale, i dirigenti del partito hanno fatto affiggere un manifesto funebre allo scopo di indignare e sensibilizzare gli elettori e la cittadinanza tutta nei confronti di ignoti che nottetempo hanno strappato i manifesti di propaganda elettorale del partito il quale aveva affisso nei propri spazi dei manifesti a colori rappresentanti il simbolo e l'indicazione di appartenza alla coalizione del Sindaco Enzo Incalza, erano stati stampati in digitale ed erano molto costosi, esclusivi anche nel formato, fuori misura. Quanto successo è un episodio esecrabile nell'ambito di una campagna elettorale corretta ed esemplare. Tutto ciò vuol dire che il simbolo e la lista della Democrazia cristiana dà fastidio a qualche frangia politica mesagnese. Noi continueremo nell'impegno democratico in tutte le sue forme per far si che i nostri valori siano rispettati, così come noi rispettiamo gli altri candidati e relative liste. Auspichiamo una campagna elettorale pacata e moderata nei toni, fatta di contenuti programmatici rivolta al bene comune nel solco dei valori cristiani. |
posted by segreteria Dc @ 12:52 |
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Alessandro Carluccio resta tra le fila della Dc |
“Rimane in piedi la candidatura di Alessandro Carluccio nelle fila della Dc e condanniamo l’atteggiamento di chi ha cercato di falsare i fatti verificatesi”. E ‘ quanto spiega Giovanni Guarini, coordinatore locale della democrazia Cristiana all’indomani di un articolo apparso su alcuni organi di informazione locali circa le dimissioni da candidato consigliere di un proprio iscritto. “Alessandro Carluccio – precisa Giovanni Guarini - nostro candidato al consiglio comunale nei giorni scorsi ha diffuso una lettera aperta alla comunità mesagnese, denunciando gli strumenti utilizzati dalla politica, in particolare sulla designazione degli scrutatori, un principio che non condivide e cioè quello legislativo che prevede che le forze politiche indichino prioritariamente e secondo canoni a loro confacenti le persone che devono sedere all’interno dei seggi elettorali. Oggi si dichiara ancor più indignato nei confronti di chi ha artamente manipolato la sua lettera per portare un vantaggio politico alla sinistra, rappresentando una realtà distorta dei suoi pensieri, utilizzando la bocca indignata del Carluccio per metterci frasi e pensieri a suo piacimento, e che erano il contrario di ciò che sosteneva”. Quindi Guarini aggiunge: “Carluccio ha parlato di politica nazionale, locale e di pista ciclabile, affermando che i leader nazionali vogliono rappresentare il “Nuovo Messia”, il cronista ha distorto il concetto sostenendo che il Carluccio avrebbe definito sarcasticamente chi gli ha proposto la candidatura nella Dc locale, “il Nuovo Messia”, concetto che il Carluccio non ha mai pensato e che respinge con forza. Inoltre Alessandro Carluccio precisa che l’atteggiamento tenuto dal il cronista, ha offerto maggiore motivazione per un rinnovato impegno politico ancor più determinato a favore dell’affermazione dei principi di Libertà in tutte le sue forme anche di parola”.
Articolo tratto da "il gazzettino di br" |
posted by segreteria Dc @ 12:48 |
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SONDAGGIO |
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posted by segreteria Dc @ 11:51 |
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lunedì 24 marzo 2008 |
I GIOVANI DI AZIONE CATTOLICA DELLA SS.ANNUNZIATA SCRIVONO AI CANDIDATI SINDACO |
Riceviamo e pubblichiamo, condividendo i concetti ed i principi dei Giovani dell'Azione Cattolica.
Benedetto XVI ci invita ad essere uomini e donne di speranza, a vivere la pace promuovendo la nostra stessa umanità e ciò che essa ha di più alto. Non possiamo rimanere sordi a questo appello, non possiamo restare indecisi; serve guardare al di là del proprio naso e spingersi fino ad osare un mondo e una città realmente capace di giustizia e felicità sostenibile. Questa riflessione e la passione che l’Azione Cattolica, nei suoi 140 anni di storia, ha sempre mostrato verso la città e gli abitanti ci ha fatto ritenere utile scrivere a Voi candidati sindaco della nostra Mesagne. Vorremmo cominciare in questo modo un colloquio sincero e franco con chiunque di Voi sarà eletto Sindaco della nostra città, un colloquio che riprendiamo lì dove è stato interrotto l’anno scorso a causa di un risultato elettorale che non ha permesso la governabilità di Mesagne.
Sono tanti e diversi i punti e le questioni che preoccupano noi giovani e molte persone a noi vicine e su alcuni di essi ci soffermeremo offrendo responsabilmente il nostro contributo per il bene comune.
SERVIZI SOCIALI Abbiamo osservato diversi interventi in questo settore ma talvolta non sono ben programmati e pianificati tanto da divenire dispersivi e poco efficienti. Vorremmo fare alcune proposte al riguardo: Invitiamo l’Amministrazione comunale a voler controllare attentamente affinché i servizi resi dalle cooperative in ambito sociale e finanziati con denaro pubblico siano fornite da personale qualificato; ci aspettiamo che ci sia trasparenza e imparzialità nella scelta degli operatori in questo settore che offre oggi diverse possibilità di impiego a giovani della nostra città. Il Servizio Civile, che tanti nostri coetanei svolgono a Mesagne, è una ottima possibilità di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro con finalità sociali che lo possono arricchire e stimolare. Ci aspettiamo che il Comune di Mesagne proponga dei progetti che concretamente possano integrare la disponibilità di questi giovani con le necessità di persone bisognose del nostro territorio, creando le basi di collaborazione con le associazioni di volontariato come la Caritas, magari all’interno di un servizio di mensa pubblica comunale. Auspichiamo una fattiva e proficua collaborazione delle istituzioni con le associazioni di volontariato che si dedicano ai più bisognosi per offrire un sostegno concreto e programmato ognuno nell’ambito delle proprie competenze e possibilità. E’ urgente fornire alle famiglie più disagiate degli alloggi dignitosi e contemporaneamente seguirle con professionisti che facilitino, venendo a contatto giornalmente con queste famiglie, la soluzione di alcuni loro problemi concreti che le associazioni da sole non possono risolvere. Riproponiamo ancora una volta un “tavolo unico” delle Associazioni di volontariato per individuare insieme la destinazione dei fondi pubblici disponibili affinché vengano utilizzati con attenzione e senza disperderlo in mille iniziative senza alcuna ricaduta sul territorio.
ECONOMIA, LAVORO E DISOCCUPAZIONE Continua a preoccuparci un atteggiamento ormai predominante che ritiene le “raccomandazioni” quasi lecite e giuste, ci preoccupa anche un atteggiamento critico verso i raccomandati degli altri mentre si giustifica la propria raccomandazione camuffandola come “segnalazione”. Forse non è un problema della Politica ma sicuramente lo è per la società e per l’educazione delle nuove generazioni.
Mesagne negli ultimi decenni è profondamente mutata socialmente ed economicamente, ci sembra però che manchi un piano organico di sviluppo della nostra città. Vorremo chiedervi: quale sviluppo economico pensate per la nostra Mesagne?
Riteniamo che andrebbero ripensati alcuni rapporti tra la città e le grandi aziende presenti sul nostro territorio senza limitarli a qualche “vetrina” espositiva. Il settore agricolo, che è anche la storia della nostra città, è sicuramente un settore strutturalmente debole ma crediamo che alcuni sforzi potrebbero essere compiuti: esiste una legge (la 231/05) che stabilisce che nelle grandi strutture di vendita e nei centri commerciali siano posti in vendita prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio delle regioni interessate in una congrua percentuale, da definire sulla base di intese di filiera, rispetto alla produzione agricola annualmente acquistata. Una disposizione già esistente potrebbe permettere quindi una maggiore presenza dei nostri prodotti agricoli sugli scaffali della grande distribuzione. Viene applicata? Perché non proporre i nostri prodotti alla grande distribuzione con il marchio “Terra dei Messapi”?
Ci preoccupa quella che volgarmente viene chiamata “emigrazione” giovanile. Fuga di cervelli? Forse! Ma soprattutto fuga di persone da un territorio che non sembra riuscire ad offrire le giuste prospettive di futuro. Incoraggiare gli studenti a rimanere sul territorio pugliese, rivalutando e investendo sulle nostre università, sostenendoli anche economicamente (anziché finanziare i Master effettuati in giro per l’Italia). Rilanciare la Cittadella delle Ricerche che insieme all’ISBEM farebbero di Mesagne un polo di attrazione scientifica. Sostenere i giovani alla ricerca del primo lavoro attraverso un servizio puntuale di sportello migliorando l’incontro tra le aziende del nostro territorio e i cittadini.
CULTURA, BENI CULTURALI E SPORTIVI Mesagne in questi anni ha raggiunto grossi risultati ed è ormai pronta ad essere una reale attrazione turistica. Vanno però rivalutate alcune strutture. Noi per non dilungarci troppo limitiamo lo guardo al quartiere della nostra parrocchia e alcuni interventi potrebbero essere subito fatti: liberare il Tempietto di San Lorenzo dai bidoni della spazzatura posti nei pressi, ristrutturare l’ex convento dei cappuccini, riaprire il cinema. Riteniamo che Mesagne debba avere una struttura che faccia da cinema e da teatro e che permetta l’accoglienza di un pubblico adeguato alla popolazione di una città come Mesagne, che abbia quindi la possibilità di ospitare anche manifestazioni culturali di notevole importanza; il teatro comunale, per esempio, è inadeguato ad accogliere un grande pubblico in eventi importanti. Riteniamo che Mesagne non possa fare ancora a meno di una piscina apeta al pubblico, cosa che ormai possiamo trovare in comuni anche più piccoli della nostra città. Proponiamo la costituzione di un centro internet a costi ragionevoli per giovani studenti e non e la formazione di un blob per gli studenti universitari fuori sede.
Questa città merita un futuro all’altezza del proprio patrimonio di fede cristiana, di cultura umanistica e scientifica, di passione e solidarietà civile. Ha diritto alla speranza. Noi vogliamo compiere un passo avanti verso questa città, con il Vangelo e con la vita: incontro alla gente, nel segno di un ethos condiviso, secondo uno spirito di autentica laicità, ricercando un’armonia sempre possibile tra piazze e campanili. Questo è il nostro impegno. Un impegno e una speranza, con lo stile che da 140 anni ci contraddistingue: quello di vivere da laici attenti al mondo la nostra fede cristiana, in piena libertà e indipendenza da qualsiasi strumentalizzazione politica. |
posted by segreteria Dc @ 12:49 |
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venerdì 21 marzo 2008 |
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posted by segreteria Dc @ 21:08 |
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sabato 15 marzo 2008 |
RICORDANDO I TRENT'ANNI DA VIA FANI |
IN MORO LE RAGIONI DELLA NOSTRA PASSIONE POLITICA
E’ con grande rispetto che ripenso ad Aldo Moro, rapito esattamente trent’anni fa dalle Brigate Rosse e, successivamente, ucciso in maniera barbara, criminale ed inutile, dopo che quello stesso giorno rimasero uccisi i cinque uomini della scorta dello statista Dc. Anche a loro va il pensiero addolorato e reverente per l’estremo sacrificio della vita. Il rispetto per Aldo Moro è quello dovuto ad un maestro, ad un uomo buono e mite che ha fatto crescere tanti di noi democratici cristiani, lasciando una traccia indelebile nella nostra formazione umana e politica; scolpendo nei nostri cuori e nei nostri sentimenti una passione particolare per l’impegno politico ed affidando, al tempo stesso, alla nostra razionalità un “ metodo” per operare quotidianamente, in piena coerenza tra i principi richiamati, i fini indicati ed il modo di raggiungerli. Soprattutto a lui dobbiamo le ragioni della nostra passione politica. E’ quindi importante fare una premessa: vogliamo lasciare la riflessione su Aldo Moro, la sua figura, il suo pensiero ed il suo agire fuori dalla momentanea “ querelle” politica delle Elezioni dei prossimi 13 e 14 Aprile. Moro sta al di sopra di tutto ciò. Per la mia generazione, Aldo Moro rappresenta il punto più alto raggiunto nella capacità di analisi sui problemi del Paese e la realtà politica, così come nello sforzo di comprendere i grandi movimenti culturali e sociali in grado d’innescare possenti fenomeni di innovazione e trasformazione per un’intera epoca. Come dimenticare quella sua “ strategia dell’attenzione”. Tanto sbrigativamente tradotta nell’idea i voler fare il governo con l’allora Partito Comunista italiano. Un’invenzione di sana pianta, non giustificata da nessun passaggio presente in alcun discorso dello statista scomparso. Non a caso, Moro parlava di una “ Terza fase” che, purtroppo, a causa del suo rapimento e della sua morte è rimasta non delineata compiutamente e che, molto probabilmente, prevedeva, in realtà, un’alternanza tra un insieme di partiti di centro ed un altro di sinistra. La sua era “ un’attenzione” che andava ben più in profondità e riguardava le tumultuose, difficili e contraddittorie tendenze insite nella società italiana di allora. La sua era un’esigenza maturata e consolidata nel tempo, proprio alla luce della temperie culturale e sociale che interessava il nostro Paese, giunto ad un punto di svolta fondamentale nel definitivo passaggio verso una prospettiva moderna di società avanzata. La sua “ attenzione”, del resto, costituiva una costante nel sistema delle relazioni internazionali che continuava a tessere, che avesse o meno incarichi ufficiali di governo. Sia verso il Vaticano, sia verso gli Stati Uniti d’America o l’Unione Sovietica, sia verso il composito ed articolato mondo mediorientale. Quella stessa “ attenzione” lo aveva portato qualche anno prima, subito dopo il ’68 a rompere con i vertici del Partito che non intendevano seguirlo lungo l’accidentato sentiero dell’ascolto soprattutto dei giovani e delle parti più innovative della società italiana. In particolare, verso i giovani, Aldo Moro mostrava una propensione del tutto originale e specifica, sicuramente legata alla sua appassionata attività di docente universitario. Moro pur di ascoltare, scelse di stare in solitudine nella Democrazia Cristiana e nel Paese. Affidava il suo pensiero a centellinati articoli di giornale che servivano, però, a dare a noi giovani democristiani d’allora, comunque, il senso della difficile militanza in un partito di Governo che rischiava palesemente la sclerosi e la perdita della propria consapevolezza nei mille rivoli dall’attività istituzionale di gestione. Anche l’animato confronto che il Movimento Giovanile Dc ebbe con l’allora Segretario, il compianto Amintore Fanfani dev’essere collocato nell’acceso dibattito avviato nella Democrazia Cristiana, così come nell’intero Paese, e Moro ebbe per noi giovani Dc sempre una disponibilità estrema al confronto ed al dialogo, quasi riuscisse ad ottenere da noi più di quanto egli pensasse di poterci trasmettere. Il pensiero di Moro, inizialmente solitario, poi capace di attrarre parti sempre più consistenti del Partito, consentì alla Dc di non smarrirsi di fronte alle tensioni internazionali, all’aggravarsi dello scontro sociale, alla nascita ed al drammatico svilupparsi del terrorismo. Aldo Moro credeva nel dialogo, nel confronto. Rispettava le “ radici” dell’altro mentre coltivava e custodiva, con premura, le proprie. Per questo, era un convinto sostenitore del sistema proporzionale. Profondamente collegato alle tradizioni “ popolari” e democristiane pensava che quel sistema elettorale avesse contribuito a collocare l’Italia in maniera irrevocabile sui binari della Democrazia. Certo, Moro credeva in quella Democrazia che mette l’accento sulla sollecitazione alla partecipazione piuttosto che sulla militanza acritica ed irrazionale, sullo scoprire le ragioni dell’altro piuttosto che l’arroccarsi su aprioristiche posizioni di principio o di potere, sulla corretta valutazione della storia di ciascuno, che veniva messo in gioco e che, pertanto, andava rispettata e salvaguardata. Il suo modo di condurre le trattative, di essere suadente e di coinvolgere i settori più ampi della realtà politica e della società civile sono spesso stati completamente fraintesi. Al fondo dei suoi complessi ragionamenti c’era sempre il senso della profondità dei problemi, delle loro ripercussioni sulla vita vera delle persone e sui delicati equilibri politici ed istituzionali che andavano oltre l’apparente fragilità delle coalizioni e dei rapporti tra i partiti. Il confronto, dunque, era la vera essenza del suo operare politico. Ciò valeva per la politica interna così come per le relazioni internazionali. Moro metteva completamente in pratica, senza riserve, il famoso invito di Papa Giovanni XXIII° a non chiedere a chi incontri per strada da dove egli venga, bensì dove egli vada e, se il luogo d’arrivo dovesse coincidere, a fare il tratto di strada assieme. Moro, penso, non avrebbe mai accettato il sistema maggioritario. A maggior ragione, mai ne avrebbe tollerato la versione oggi vigente oggi in Italia. Sarebbe inorridito nell’ascoltare un leader di partito sostenere la decisione di “ andare avanti da soli”. Già ascolterei le sue enigmatiche ma, al tempo stesso, efficaci domande: per andare dove? Per ottenere quale risultato? Nel corso delle numerose campagne elettorali che si è trovato ad affrontare non ha mai neppure da lontano accarezzato il pensiero di indebolire i partiti alleati. Partiti minori, davvero minori. Dei quali, però, egli percepiva e rispettava i collegamenti sociali, il ruolo istituzionale ed il contributo di ricchezza che veniva per la coalizione e per il Paese intero. Egli era un autentico politico democratico, in grado di gestire la complessità di un articolato scacchiere politico, sociale e culturale, consapevole del fatto che la mortificazione anche della più piccola componente in grado di innescare forme incontrollabili di reazioni, oltre che portare un reale vulnus a quella completezza del processo democratico, verso cui anelava. Il suo obiettivo non era quello di realizzare un Governo con il Partito Comunista bensì di allargare compiutamente e definitivamente le basi democratiche su cui poggiava il sistema istituzionale italiano. Moro affrontò un periodo difficile con delle grandi certezze interiori coniugate con grande pragmatismo e senso del realismo. Un grande equilibrismo politico reso possibile da una profonda cultura e da un imponente senso della realtà, unito ad una esatta valutazione sulle forze in gioco e sulle conseguenze di ogni singolo gesto compiuto. Niente in lui era lasciato al caso. Le dichiarazioni, anche nel privato, erano sempre esternate con circospezione e cautela. Non per ambiguità, bensì per rispetto per tutto e tutti. Uomo profondamente religioso, cristiano praticante, aveva un’idea ben chiara sui suoi doveri di politico chiamato alla sfida di tradurre in operosità laica il messaggio sociale della Chiesa. Aveva ben presente l’insieme di responsabilità che un cattolico impegnato nelle istituzioni assume nei confronti della collettività, per la quale spende tutti interi il proprio animo ed il proprio credo. Aldo Moro credeva, così, nel rinnovamento. Un rinnovamento che, nella sua visione, riguardava assieme il Paese, il Partito e la politica in generale. Un rinnovamento che si basava su una forte tensione morale, sull’apertura alle forze nuove della società italiana. Moro dette vita, allora, al rinnovamento della Segreteria Zaccagnini. Al tempo stesso cercava di far partecipare a tale processo di rinnovamento del Partito anche quei settori più indifferenti e refrattari, se non addirittura ostili, ad ogni modifica dei meccanismi interni di rinnovamento della classe dirigente e dei sistemi di organizzazione e strutturazione dei livelli decisionali e di gestione. Il rinnovamento di Moro, pertanto, si traduceva anche in un concreto sostegno dato al ricambio umano e generazionale sempre, però, tenendo presente la necessità di assicurare una continuità storica e funzionale con i presenze consolidate a vari livelli, all’interno della Democrazia Cristiana. Certo, molto è cambiato da quel fatidico 16 Marzo 1978. E’ aperta ancora la discussione sul fatto che quel rapimento e quella morte siano stati utili e funzionali proprio al raggiungimento del cambiamento, altrimenti non raggiungibile per vie democratiche. La liberalizzazione dei “ dossier” fra vent’anni, soprattutto quelli stranieri, forse, getterà nuova luce sulle motivazioni di una decisione assurda che portò alla morte di uno degli esponenti più significativi della Democrazia europea. Oggi, sotto il profilo del dibattito politico, abbiamo sul tappeto altri temi all’ordine del giorno. A Moro, al suo pensiero, fortemente radicato nel solco popolare e democratico- cristiano, dobbiamo però ricollegarci soprattutto per quanto riguarda il funzionamento del sistema istituzionale e le impellenti risposte richieste dalla società post- industriale, oltre che dal poderoso dispiegarsi di quella “ globalizzazione” di cui egli aveva intuito l’arrivo, almeno sotto il profilo culturale e sociale. Giuseppe Pizza Segretario Politico nazionale |
posted by segreteria Dc @ 20:35 |
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giovedì 6 marzo 2008 |
DEDICATO A TUTTE LE DONNE |
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posted by segreteria Dc @ 11:31 |
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martedì 4 marzo 2008 |
COMUNICATO STAMPA |
Roma, 4 Marzo 2008 In relazione a quanto pubblicato da alcune agenzia stampa, si precisa che l’Ufficio Elettorale del Ministero degli Interni, non ha affatto ricusato il simbolo della Democrazia Cristiana. Questo è quanto ha dichiarato il Segretario Politico, Giuseppe Pizza, il quale ha precisato che, in virtù di “ un’ interpretazione meramente burocratica dell’art. 14 della Legge n° 361 del 1957, l’Ufficio elettorale ha chiesto delle leggere modifiche del simbolo presentato dalla Dc. L’Ufficio Elettorale- ha concluso Pizza- non è entrato in merito al vero problema sul tappeto: quello relativo alla titolarità dello Scudo Crociato, utilizzato illegittimamente dalll’Udc. Una questione che, invece, potrebbe essere esaminato dalla Corte di Cassazione nelle prossime ore”. |
posted by segreteria Dc @ 19:30 |
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domenica 2 marzo 2008 |
ENZO INCALZA: COMUNICATO ALLE AGENZIE STAMPA |
Nelle parole lanciate nei giorni scorsi sulle pagine dei quotidiani locali dalla Democrazia cristiana mesagnese, scorgo una comunanza di intenti e di valori, che sono il segno evidente di un dialogo, in realtà, mai interrotto. Una comunanza di intenti e di valori, che può divenire condivisione nel cammino verso le prossime elezioni amministrative. E lo potrà divenire laddove condivisione non è sinonimo di calcolato accordo, ma di semplice appartenenza agli stessi ideali di legalità, servizio, trasparenza e dialogo verso tutti i cittadini e con tutti i cittadini. Laddove condivisione diviene progettazione. Laddove condivisione non è ricerca di mera vittoria, ma volontà e desiderio di guardare ai programmi ed al loro contenuto concreto.In tal modo, insieme potremo vedere realizzata per la nostra Mesagne quella rinascita economica e sociale, che solo una politica disinteressata di sostegno delle famiglie e delle categorie deboli, di sviluppo dei settori agro-industriale, artigianale e turistico, di interventi strutturali ed urbanistici può garantire ed urge garantire. In questo l'auspicio, da parte nostra di una collaborazione che, come sottolineato dalla Dc, sia degna del coraggio dei grandi uomini che l'hanno fondata. Enzo Incalza |
posted by segreteria Dc @ 20:22 |
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FAMILY DAY |
OCCORRE UNA SERIA POLITICA A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA
Roma li, 02 marzo ’08 Giuseppe Pizza, Segretario Politico della Democrazia Cristiana ha firmato oggi la petizione del Family Day. “Occorre, ha detto Pizza, essere incisivi sulle politiche che riguardano la famiglia, prima tra tutte la sua tutela. “Spero che nella prossima legislatura, finalmente, l’Italia si doti di una seria politica di sostegno all’istituto, quello della famiglia, che è e deve rimanere al centro di tutto il “Sistema Italia”. |
posted by segreteria Dc @ 20:13 |
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COMUNICATO STAMPA |
Roma li, 01 marzo ’08 “ Sono davvero sorpreso nel vedere la caduta di stile da parte degli amici dell’Udc dopo l’annuncio del nostro apparentamento elettorale con il Pdl”, così ha oggi dichiarato Giuseppe Pizza, Segretario Politico della Democrazia Cristiana. “ La cosa curiosa è che gli amici Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa utilizzano illegittimamente lo Scudo Crociato mentre dichiarano di non volere dar vita alla Democrazia Cristiana. Fanno, pertanto, solo un uso strumentale di un’immagine gloriosa che tanto ha significato per gli ultimi 60 anni di storia del Paese. Sono, comunque, in buona compagnia con il prof. Buttiglione che, fermo sulle rispettabili, ma necessariamente da rivedere, posizioni reazionarie di Joseph-Marie de Maistre, non ha mai fatto parte, per sua stessa ammissione, della storia della Democrazia Cristiana, da lui considerata “ un’eresia modernista”. Non si capisce, pertanto, perché si immischi in cose che non riguardano la sua più modesta vicenda personale. Ho dato mandato ai miei legali di tutelare nelle sedi più opportune la mia onorabilità personale volgarmente messa in discussione dal prof. Buttiglione questa mattina intervenendo in una trasmissione della 7. La verità è un'altra: Pierferdinando Casini ha sempre impedito la ricostituzione di un partito d’ispirazione democratico cristiano che non fosse un “ feudo” da lui amministrato e direttamente legato alla sua figura, venendo meno alla grande tradizione di Sturzo, De Gasperi, Moro, Fanfani e tanti altri che hanno sempre anteposto l’immagine ed il bene del partito alle loro momentanee umane vicende personali. Spiace che anche amici di ben altro spessore culturale, come Tabacci e Pezzotta, abbiano accettato che lo Scudo Crociato- lo ripeto ancora una volta, illegittimamente utilizzato dall’Udc- porti il nome di Casini che, nella “ vera” Dc svolgeva l’importante compito di “ collaboratore”di Tony Bisaglia. Spero- ha aggiunto Giuseppe Pizza- che questa sia l’ultima volta che sono costretto ad intervenire sulla questione dell’utilizzazione dello Scudo Crociato- Libertas che appartiene solo alla Democrazia Cristiana. Parlare di questo vessillo come di un “ marchio” in vendita è veramente l’ultima offesa alla tradizione del movimento democratico cristiano. Che gli amici dell’Udc- ha concluso il Segretario della Dc- si mettano l’animo in pace ed accettino con serenità le decisioni della magistratura”. |
posted by segreteria Dc @ 20:12 |
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