Sito Ufficiale della Democrazia Cristiana Mesagne: dicembre 2007
 
 
venerdì 21 dicembre 2007
Breve riflessione sul significato del Natale
Ogni anno, il mondo, con l'avvicinarsi degli ultimi giorni di dicembre, festeggia, nei modi più svariati, dalle luminarie pubblicitarie al presepio e all'albero, la nascita di Cristo Gesù.

Con tutti questi modi paganeggianti, entrati ormai nella tradizione civile e religiosa, dobbiamo dire apertamente che si è degenerato dalla genuina verità, quella che promana dalla Parola di Dio a questo riguardo.
Il mondo, in realtà, approfitta della circostanza o del pretesto, per mettere in mostra i più svariati articoli commerciali, allettare il visitatore incantato e indurlo ad acquistare la merce.
Innanzi tutto, precisiamo che la Sacra Scrittura non ci ha lasciato alcuna data cronologica intorno alla Nascita di Gesù, per cui il 25 dicembre non è da ritenersi come il «dies natalis» del Signore.
Dalla mitologia si rileva che il 25 dicembre i pagani iniziati ai misteri di Mitra celebravano la festa del natale del "Sol invictus". Questo culto idolatra al dio Sole, l'eliolatria, fu l'ultima forma ereditata dal paganesimo romano.
L'imperatore Aurelio diede ad essa una consacrazione ufficiale, erigendo in suo onore un tempio favoloso, mentre fissava la solennità di quel dio al solstizio d'inverno, cioè al 25 dicembre. Quando però l'imperatore Costantino si convertì al cristianesimo, fu necessario fare di quella data non più il «dies natalis» dell' astro del giorno, bensì il «dies natalis» di Colui di cui l'astro era soltanto il simbolo nel cosmo. Così ebbe inizio il Natale del Signore.

Ciò premesso, senza voler dar troppo peso alla data del 25 dicembre o ad un'altra qualsiasi, un fatto è certo che il Signore Gesù è veramente venuto su questa terra. L'apostolo Paolo scrive: «Quando giunse la pienezza dei tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo., nato di donna, nato sotto la legge» (Galati 4:4).
La sua incarnazione aveva uno scopo ben preciso, e la Sacra Scrittura ce lo rivela dicendo: «Per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché ricevessimo l'adozione di figliuoli» (Galati 4:5). Cristo, quindi, si è veramente incarnato, fatto uomo.
Qualcuno potrebbe chiedersi, perché egli ha fatto questo? Che bisogno c'era che il Figlio di Dio rivestisse la nostra fragile natura umana?
La risposta la troviamo alle origini dell'uomo, quando, dopo la caduta dei nostri progenitori, Dio apostrofa il seduttore dicendo che la progenie della donna, cioè Cristo, il Salvatore, gli avrebbe schiacciato il capo (Genesi 3.;15).
Cristo, infatti, dice la Scrittura, ci ha affrancati dal peccato, dalla maledizione della legge e dalla morte «avendo cancellato l'atto accusatore» attraverso il suo sacrificio sulla croce del Golgota (Romani 6:18; Galati 3:14; Colossesi 2:14).
La nascita di Cristo in questo mondo, pertanto, segna l'apice dell'amore di Dio verso la sua creatura, l'uomo.
Gesù «annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini». «Essendo ricco si è fatto povero per amor nostro, perché mediante la sua povertà, noi potessimo diventar ricchi» (Filippesi 2:7; 2Corinzi 8:9).
La sua apparizione inoltre su questa terra, ha avuto lo scopo di «distruggere le opere del diavolo» (l Giovanni 3:8b; Genesi 3:15).

Ecco, in breve, il vero significato del Natale, se si vuole restare coerenti all'insegnamento della Parola di Dio.
Niente sentimentalismo, niente poesia, nessuna coreografia o tradizione che travisi il vero volto della Natività di Gesù.
Occorre, amici, spogliare il natale moderno di tutti i falsi insegnamenti che con supina ignoranza si istillano nei cuori dei fedeli, piccoli e grandi. Lasciamo che l'albero (pino o abete), d'importazione nordica e sacro al dio germanico Odino, orni le nostre foreste, i nostri boschi; lasciamo che il «bue e l'asino», presi dal vangelo apocrifo dello pseudo Matteo, e messi in voga nel Medio Evo da Francesco di Bernardone, riscaldino le stalle delle nostre fattorie...L'arte non è la Bibbia, e la fantasia non è la realtà!
Il ricordo del Natale di Cristo non deve essere un'occasione per gingillarsi, come fa la bambina con le sue bambole, e neppure per ridimensionare la statura di Gesù, riducendolo ad un neonato inerme che si lascia trastullare come fosse un balocco.

La Nascita di Cristo, invece, è ben altra cosa, per cui dovremmo esaminarci seriamente e chiederci: «Perché Cristo è venuto su questa terra? - Perché ha voluto rivestire la nostra umanità? - Ha egli ancora un significato per me? ... E alla luce della Sacra Scrittura, ripetere con l'apostolo Paolo: «Cristo Gesù è venuto in questo mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo» (l Timoteo 2:15).
Se noi arriviamo a comprendere questo, se crediamo in tal modo all'amore che Cristo ha avuto per noi nel suo abbassamento, allora ogni volta che noi festeggeremo il suo Natale (non importa la data), ci sentiremo attratti sempre più verso di Lui.
Questa ricorrenza non ci darà più motivo di imitare il mondo paganeggiante nelle sue deviazioni e sovrastrutture a questo riguardo, ma conosceremo meglio che Cristo è venuto su questa terra «per salvare ciò che era perduto» (Luca 19:10).

Non fermiamoci, amici, alla mangiatoia, ma percorriamo con la nostra mente tutta la vita di Cristo. Contempliamolo nell' atto supremo del suo sacrificio sulla croce; ricordiamo la tomba vuota, quando Egli risuscitò trionfante vincitore sulla morte, ed ora adoriamolo assiso alla destra del Padre mentre intercede del continuo per noi.
Non aspettiamo che ogni anno ritorni questa festività per essere richiamati, ma ogni giorno il nostro pensiero sia rivolto al Cristo che ben presto ritornerà, non più sotto la debole forma di servo, ma nella maestosità della sua potenza e gloria.
Possa perciò il Natale di Cristo, amico ravvivare la tua fede, riaccendere la tua speranza ed accrescere il tuo amore verso il tuo unico Salvatore.
posted by segreteria Dc @ 20:06  
Il boia a spasso
Il potere d’acquisto decresce, i prezzi al consumo salgono, l’inflazione galoppa, la disoccupazione è un dramma, in specie al sud. C’è però una categoria di “lavoratori” di cui nessuno si dispiacerà se rimarranno senza occupazione: i boia. Finalmente qualcosa a livello mondiale si muove verso la civilizzazione, verso la umanizzazione della convivenza e cioè il valore storico della moratoria sulla pena di morte passata all’ONU con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti. Si tratta della prima pietra per mandare in pensione il boia. Mi chiedo cosa chieda alla moglie rientrando a casa il boia: “cara, cosa hai preparato per cena?”, “ciao John, come è andata a scuola oggi?”, “Ciao, Yon Chan, non mi dire che non abbiamo più riso!”. Al Palazzo di Vetro di New York si sono poste le basi, anche grazie all’Italia e alla sua sensibilità fortemente ispirata dal vicino Stato Vaticano, per iniziare il lungo processo che un giorno porterà a cancellare dal pianeta la barbara pena che prevede la sottrazione della vita ad un proprio simile. Magari i boia avranno persino diritto alla “mobilità” e verranno reimpiegati in altri incarichi. Ve lo immaginate un ex boia reimpiegato come bidello di un asilo, dipendente del tribunale, come impiegato di una contea, dopo aver sparato alla nuca altri uomini, dopo aver acceso l’interruttore della sedia elettrica, dopo aver iniettato in vena un veleno mortale, dopo aver aperto il rubinetto del gas, dopo aver attivato la botola del patibolo dell’inpiccagione, dopo aver mollato la corda della ghigliottina, dopo aver scagliato la prima pietra della lapidazione? Il mondo si muove. Si muove verso la perfezione del rispetto della vita. Ora, dopo essermi impegnato personalmente per evitare che una vita fosse impedita aprioristicamente, vivo una vita di orgoglio per aver insistito affinchè una persona evitasse di abortire. Spesso vedo il prodotto dei miei sforzi di convincimento: è un bel giovane, garbato ed intelligente, uno come tanti, uno che aveva il diritto di vivere proprio come è successo a tutti coloro che leggono queste mie parole e che hanno avuto il privilegio di passare un periodo su questo mondo. C’è gente che si indigna per cose come il traffico, l’igiene urbana, l’illuminazione pubblica, il fenomeno del randagismo…. spesso però guardiamo l’albero e perdiamo di vista la foresta: alla base di tutto c’è la vita e senza vita non c’è l’opportunità di parlarne.

Daniele Morleo
posted by segreteria Dc @ 10:52  
giovedì 20 dicembre 2007
SI RIORGANIZZA IL MOVIMENTO GIOVANILE DELLA DC
Nella giornata del 19 dicembre 2007 a piazza del Gesù, 46 si è svolta la prima riunione del Coordinamento Nazionale della Democrazia Cristiana. Numerosa l’affluenza dei giovani in rappresentanza delle Regioni Italiane. Dopo una breve apertura del Coordinatore della Segreteria Politica Ezio Falini, di Marcello Costanza, Assistente del Segretario Politico ed un saluto del Segretario Politico Giuseppe Pizza gli intervenuti hanno aperto un interessante e proficuo dibattito sui temi che riguardano il mondo giovanile, le loro problematiche e le loro prospettive. In particolare si è posto l’accento sul mondo della scuola e sulla necessità che i giovani entrino presto nelle Istituzioni Locali al fine di rendere operativi i loro progetti. Alla fine della riunione sono stati nominati: Nicola Oricuia - portavoce nazionale, Fabrizio Venturini - Vice portavoce nazionale, Gaetano Maugeri - Vice portavoce nazionale, Marco Cavagion - Vice portavoce nazionale, Manuel Luigi Negrin - Vice portavoce nazionale, Raffaele Ciquera - Responsabile EE.LL., Antonino Alfano - Responsabile nazionale UNI-DC, Teodoro (Totò) De Maria – Responsabile nazionale UNI-DC, Pier Francesco Cheli – Web e Comunicazione.

http://www.giovanidc.org
posted by segreteria Dc @ 09:55  
mercoledì 19 dicembre 2007
Approvazione della moratoria della pena di morte

“ A nome della Democrazia Cristiana e mio personale esprimo le più vive felicitazioni per l’approvazione della moratoria della pena di morte da parte delle Nazioni Unite”. E’ quanto dichiarato dal Segretario Politico della Democrazia Cristiana Giuseppe Pizza.
“ E’ una vittoria tutta italiana che rende giustizia alla grande civiltà ed alla grande bontà della nostra nazione. Ora, speriamo, che tutte le nazioni si uniformino celermente alla risoluzione approvata per rendere il nostro pianeta più giusto e, soprattutto, più umano. “ ha concluso Pizza.
posted by segreteria Dc @ 10:16  
mercoledì 12 dicembre 2007
12 Dicembre 1969
Trentotto anni dalla strage di Piazza Fontana e dall'inizio 'ufficiale' di quella stagione che, definita in seguito 'strategia della tensione', insanguinò l'Italia nella seconda metà del secolo scorso, da Brescia a Bologna, dagli attentati terroristici di estrema destra a quelli di estrema sinistra, dai NAR alle Brigate Rosse, fino alle estreme propaggini mafiose degli ultimi anni del novecento.
Un panorama confuso, si dirà, che mescola nel ricordo la morte del commissario Calabresi e quella di Aldo Moro, le stragi sui treni e quella della Galleria degli Uffizi; avvenimenti tutti che oggi fanno parte dello stesso terribile insieme.
L'Italia della nostalgia fascista e quella dell'integralismo comunista estremo si confrontarono, in quegli anni, ai due estremi del cerchio, fino a toccarsi e confondersi in una medesima traccia rossa di sangue. Una stagione di tensioni e di delitti che sembrò cominciare proprio in quel 12 dicembre 1969 quando le radio dettero la notizia dell'attentato in una banca di Milano e dei dodici morti che quell'attentato aveva causato.
L'Italia restò incredula, sbigottita. Si cominciò subito a cercare la pista 'anarchica', ma fu ben presto evidente che il livello dove scavare era diverso, in un turbinare quasi granguignolesco di 'infiltrati', di servizi segreti ('deviati' si cominciò a dire), di responsabilità sfuggenti e scivolose, difficili da accertare, mai definitivamente accertate. Un'Italia che, senza capire, stava entrando negli 'anni di piombo'.
posted by segreteria Dc @ 10:18  
martedì 11 dicembre 2007
Comunicato stampa

La Democrazia Cristiana di Mesagne, riunitasi in data 5 dicembre 2007 alla presenza del Commissario cittadino Giovanni Guarini e del Segretario Provinciale Rocco Colucci ha analizzato la situazione politica e sociale della Città di Mesagne. Sottolineando la pesantezza di un clima di forti tensioni, aggravato dalla continua litigiosità delle forze politiche di sinistra, oramai prive di un centro, particolarmente prese da un revisionismo interno che li sdogani dalle vecchie tare ideologiche ed organizzative nel tentativo di una loro modernizzazione. Stigmatizza anche l’azione dei Partiti di centrodestra, perché arroccati, con colpevole disincanto, sulla sponda del fiume in attesa che passi il cadavere del nemico, incapaci di porre in essere iniziative protese a coniugare le esigenze della gente, ormai, più che stanca.
La Dc si pone come forza di Centro, attenta e propositiva nell’interesse della Città di Mesagne, mettendo a disposizione di tutte quelle forze politiche che si riconoscono intorno ad un progetto politico di centro, sin dalle prossime elezioni amministrative, la propria lista e il proprio candidato sindaco, individuato nell'ex assessore Maurizio PIRO, figura di notevole spessore politico, che ha dimostrato in cinque anni di amministratore, che UN'ALTRA MESAGNE E' POSSIBILE.
Con la Dc torna il vero "Centro Democratico" della Città, del dialogo e del confronto positivo, umiliato e isolato da un bipolarismo privo dei necessari presupposti che ha spinto ciascuno a confondere la collocazione politica con gli schieramenti elettorali, nella quale la democrazia ha rischiato una grave involuzione verso l'oligarchismo che ha tolto agli italiani anche il diritto di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento.
E' venuto il momento di archiviare questa brutta stagione restituendo ai cittadini la libertà, la democrazia, il pluralismo delle scelte politiche, il dialogo ed il confronto tra le forze di diversa ispirazione, la capacità di avere un progetto per l'avvenire, ristabilendo la nobiltà e la legittimità della mediazione, quale essenza dell'arte della politica.
La Democrazia Cristiana intende collocarsi al centro dello schieramento politico locale, in cui possono confluire tutti i partiti e movimenti di ispirazione democratica, popolare e liberale in linea con la grande tradizione democratica cristiana.
Un partito aperto al dialogo, al confronto con tutte le forze politiche, capace di fare laddove necessario, le alleanze con chi ne condivide progetti e contenuti, senza pregiudiziali.
La Dc forte della sua storia, della sua cultura, può tornare ad essere il vero punto di riferimento nelle vicende locali e politiche di Mesagne. In questo senso la Dc di Mesagne rompe ogni indugio ed ogni schema del passato ed annuncia la candidatura dell'ex assessore MAURIZIO PIRO a Sindaco di Mesagne.
posted by segreteria Dc @ 16:25  
lunedì 10 dicembre 2007
E' Maurizio Piro il candidato sindaco della Dc

La città di Mesagne ha il suo quinto candidato sindaco. E' l'ex assessore allo Sport, Turismo e Spettacoli, Maurizio Piro che scenderà in campo nella formazione politica della Democrazia cristiana. Piro sarà appoggiato da altre formazioni centriste che in questi giorni stanno rafforzando la loro presenza intorno a quello che è stato più volte definito come il superassessore di Mesagne.

Piro, come mai ha deciso di operare questa scelta?

"E' una richiesta che più volte mi è stata fatta direttamente dalla gente. Con altri amici, da tempo, stiamo lavorando per ricostruire un partito che sappia integrare un sistema di valori con una adeguata attrezzatura ideologica ed uno spessore di contenuti, quindi non un partito tecnocratico né senza ideologie ma nemmeno troppo ideologizzato. Un partito non di occupazione ma di incontro fra valori, che sia in grado di assumersi in ogni momento le proprie responsabilità e che non sia un partito di mera gestione del potere".

Dunque un invito chiaro ai moderati: "Certamente. Una rinnovata presenza dei democratici cristiani con un loro coerente progetto, non alternativo e chiuso ma certamente senza alcuna timidezza di confronto e di proposta. Lavoriamo per recuperare la diaspora democristiana per una forte presenza di centro, di cui la città ha urgente bisogno. Il ruolo decisivo della Dc nell´attuale fase politica è sotto gli occhi di tutti, ne siamo consapevoli soprattutto noi".
Qual è il suo progetto a breve.

"Quello di aggregare i partiti che oggi non si riconoscono nelle attuali coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Un esempio è dato dall'aria centrista del nuovo Partito democratico. Uomini e donne che cercano altri spazi che non siano quelli che oggi offre il Pd".

Lei fino a qualche mese addietro è stato un uomo del centrosinistra come mai oggi ha scelto di posizionarsi al centro?

"Premetto che non sono mai stato di sinistra ma la mia formazione umana e culturale è stata sempre centrista. La nascita del movimento Patto per Mesagne ne è una dimostrazione. Oggi il centrosinistra mesagnese ha operato delle scelte da cui mi sono dissociato. Per cui ho ripreso la mia identità politica che è quella di essere un uomo di centro. Noi vogliamo formare a Mesagne un polo centrista. Una richiesta che non arriva dall'alto ma direttamente dalla base. Da quegli uomini e donne che ogni giorno sono costretti a combattere con i problemi veri della vita e che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Inoltre siamo stanchi dei litigi e dalle beghe politiche cui i mesi scorsi abbiamo assistito. Noi vogliamo lavorare per la città. Vogliamo fare crescere Mesagne. E negli anni del nostro mandato amministrativo credo di avere dimostrato di saper fare bene questo lavoro".

Articolo tratto da "Il Gazzettino di Br"
posted by segreteria Dc @ 09:32  
Emendamento 1/bis del Decreto sulla Sicurezza
La Democrazia Cristiana esprime profonda preoccupazione per la pericolosa deriva laicista, sempre più evidente e progressiva, verso cui si cerca di orientare la coscienza collettiva del nostro Paese.
Deriva confermata anche dall’approvazione dell’ emendamento 1 bis, contenuto nel Decreto sulla Sicurezza, passato al Senato e ora in attesa di approdare alla Camera.
Tale emendamento, relativo alle discriminazioni “fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”, in riferimento all’ Art.13 del Trattato di Amsterdam, che dà agli Stati comunitari la possibilità di prendere “i provvedimenti opportuni”, pone gravi problemi:
Non solo dal punto di vista giuridico, giacchè trasforma semplici indirizzi in vere e proprie norme penali dalle inimmaginabili conseguenze su configurabili reati d’opinione; ma soprattutto sul versante etico, per l’inaccettabile ed insostenibile identificazione delle diverse tendenze sessuali con altrettante identità di genere!
Una vera e propria aberrazione nazionale prima ancora che etica e surrettizio escamotage normativo, per poter introdurre, successivamente, i matrimoni gay e le adozioni per coppie omosessuali.
Pertanto la Democrazia Cristiana, pienamente consapevole dell’impatto devastante che tale norma arrecherebbe alla famiglia, costituzionalmente intesa, e al comune sentire del nostro Paese, chiede al Governo e soprattutto alle forze politiche di maggioranza l’immediato ritiro dell’articolo, impegnando fin d’ora i propri iscritti, militanti e simpatizzanti a contrastare con forza questa “nuova dottrina” nichilista.

Dichiarazione del Segretario Nazionale DC, Prof. Giuseppe Pizza sull’emendamento 1/bis del Decreto sulla Sicurezza
posted by segreteria Dc @ 09:25  
sabato 8 dicembre 2007
Prima i PACS, poi i DICO ora i “CUS CUS”!
Prima i PACS, poi i DICO ora i “CUS CUS”! E’ questa l’indigeribile ricetta in discussione al Senato.
La nostra Costituzione definisce la Famiglia : Società Naturale fondata sul Matrimonio, all’art. 29.
Dunque, pur rimanendo nel solo ambito della laicità politica e normativa, qualsiasi costruzione di un modello di gruppo sociale che aspiri ad una qualche somiglianza con quanto stabilito in Costituzione, deve e dovrà essere valutato per la sua conformità o contrarietà al dettato costituzionale.
La democrazia Cristiana ribadisce e sottolinea inoltre che se c’è ancora qualche diritto individuale non tutelato e contemplato ex art. 2 e 3 della Costituzione, si può provvedere con la modifica e l’eventuale integrazione di già esistenti Leggi Sociali.
I sentimenti di affetto non sono regolabili per Legge!
Il valore della Famiglia non va in alcun modo confuso o mistificato con le diverse modalità o versioni rappresentate. Forme surrettizie che, in perfetta sintonia con la nostra ispirazione ideale e con le recenti affermazioni del Cardinale Alfonso Lopez Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, “non rappresentano né i bisogni della Società né quelli dell’Uomo”.
La democrazia Cristiana è pertanto fermamente contraria anche alla ventilata ipotesi di istituzione dei cosiddetti Registri della Unioni Civili, una ulteriore surrettizia forma di dare evidenza pubblica alle unioni di fatto!

Dichiarazione del Segretario Nazionale della DC Prof. Giuseppe Pizza sui Contratti di Unione Solidale.
posted by segreteria Dc @ 11:07  
martedì 4 dicembre 2007
Enciclica del Sommo Pontefice Benedetto XVI
Scarica il testo integrale in pdf

posted by segreteria Dc @ 10:47  
lunedì 3 dicembre 2007
Basta con il relativismo
Come sempre, il Santo Padre, parla ed arriva diritto al cuore, al cuore degli umili, al cuore di coloro che sono al servizio del bene collettivo.
E lo fa con il suo stile sobrio, puro ma nel contempo duro, duro con la realtà umana, duro con la realtà ecclesiale.
Dovremmo imparare molto da Lui, dal Servo dei Servi. In primo luogo la capacità di fare autocritica, di ammettere gli errori commessi, di crescere insieme con il proprio gregge.
E poi per la lettura critica degli ultimi anni e ciò che accade, in nome della scienza, quella scienza che deve essere al servizio degli uomini e non per sostituirsi al divino quasi a voler, essa stessa, sostituirsi a Dio.
Come fare a non essere d’accordo con Benedetto XVI quando parla di centralità dell’uomo, lo stesso uomo che vive, cresce, sogna e spera. Spera in un futuro migliore, in un mondo migliore che solo l’applicazione dei principi evangelici può creare, può donare. Ed è solo la speranza del Divino può darci la forza di credere che, forse, insieme potremmo uscire dalla spirale di violenza che, oggi come oggi, è esplosa nell’intero pianeta.
Quella speranza che ci porta a credere che amandosi gli uni gli altri tutto quello che, giornalmente ci affligge e ci nausea, la spirale di omicidi, le stragi e quant’altro possa, di colpo, sparire.
Ed in fondo è anche la speranza che dopo questa vita c’è ne sarà un’altra, più bella, in cui contempleremo tutto l’amore che Dio ha per noi.
L’Enciclica firmata ieri, ha anche un altro enorme messaggio.
Un messaggio diretto al nostro, amato, vecchio continente: l’Europa.
L’Europa, volutamente, ha cancellato la sua storia, la sua tradizione, le sue radici e non ha più, di fatto, capacità progettuale e di volgere uno sguardo al futuro. Se non vi è speranza questo è plausibile, è una conseguenza di ciò.
La speranza coniuga il rispetto della dignità di ogni essere umano con quello sviluppo integrale e solidale che fa si che ogni nazione sia degna di essere chiamata civile.
L’Europa senza anima ha smesso di sperare. Benedetto XVI, invece, ci richiama ad una speranza che non deve essere soggettiva ma collettiva, una speranza che possa dare sostegno alle nuove generazioni per un futuro certamente migliore.
In questa ottica, il messaggio, forte ed autorevole che il Santo Padre ci ha donato, dovrebbe scuotere il mondo politico nostrano.
Basta con il relativismo, con le false ideologie che hanno ferito, nel cuore e nell’animo, intere generazioni, con il laicismo becero di cui l’Italia ha sofferto negli ultimi mesi.
L’unica nostra salvezza risiede nella speranza. La speranza che un mondo migliore si può e si deve costruire, quel mondo fatto di amore, di pace, di fratellanza di cui parlava un uomo che ha cambiato la storia: Gesù di Nazaret.
posted by segreteria Dc @ 16:59  
Risultati Amministrative
Video
News
Archivio
Links
La Dc nel territorio
Inchieste
Soldi alla Chiesa, verità e bugie
Redazione
CONTATTACI
Contatore
Siti amici