Se Milano “raddoppia”, evitiamo almeno che Brindisi faccia “autogol”!
Nell´operazione verità sui conti della sanità che porta dritto dritto all´aumento di Irap, addizionale Irpef e accise sui carburanti, spuntano le cifre del disavanzo: Il deficit da risanare difficilmente sarà inferiore ai 200-230 milioni, dall'apertura di reparti in tutta la Puglia all'aumento delle strutture accreditate. La spesa galoppa ogni anno tra il 5 e il 7 per cento che il fondo nazionale non copre, 77 milioni in più alle cliniche private, solo l´aumento del 20 per cento delle tariffe ai laboratori privati rispetto a quelle nazionali, rischia di provocare un debito fuori bilancio superiore ai 20 milioni di euro. In questi giorni mi hanno colpito due notizie di stampa riguardanti la sanità. La prima proveniva da Milano ed annunciava che l’Istituto Europeo di Oncologia, fondato e diretto da Umberto Veronesi, sta per “raddoppiare”, sta cioè per costruire un nuovo stabile delle stesse dimensioni di quello originario. L’altra l'accreditamento, da parte della Regione Puglia, di una clinica fantasma, così come riportano i giornali, il centro di riabilitazione della "Kentron" una clinica di Putignano, l´autorizzazione è arrivata il 24 dicembre con una delibera dirigenziale, una settimana prima che scadesse il termine per il passaggio dei nuovi centri, provvisoriamente accreditati. Le date sono importanti. Prima delle elezioni furono avanzate varie proposte tra cui quella della creazione di un istituto oncologico; qualche anno prima Albano Carrisi annunciò un accordo con l’ospedale San Raffaele di Milano che andava nella stessa direzione. La struttura l"Istituto Oncologico Mediterraneo" ideata con don Luigi Verzé del San Raffaele di Milano doveva sorgere a Cellino San Marco, l'artista donò i terreni alla fondazione, nove ettari di suolo, vicino alla tenuta di famiglia, la fondazione San Raffaele provvedeva a tutto il resto, mancava e manca solo il benedetto acceditamento da parte della Regione Puglia, che ha fatto scelte diverse. Secondo stime pubblicate qualche mese fa il 40% dei ricoveri oncologici dei brindisini avvengono fuori AUSL e di questi un terzo circa fuori regione. Se si considera che la nostra AUSL perde ogni anno il 10% del suo budget, cioè 50 milioni, per le cure effettuate dai residenti al di fuori delle sue strutture (la media regionale è del 6%) e di questa somma buona parte riguarda le cure oncologiche, ben si comprende che il problema dovrebbe vedere convergere una fattiva attenzione di amministratori, operatori, rappresentanti istituzionali, dei lavoratori e degli imprenditori. Il fenomeno della “migrazione sanitaria” oltre ad impoverire il nostro Servizio Sanitario Regionale, pubblico e privato, rendendone difficile la crescita e l’ammodernamento incide negativamente anche sul reddito delle nostre famiglie che sono costrette a migrare insieme ai ricoverati. Si tratta quindi di un importante problema politico. Oggi, dopo tanti anni, ci ritroviamo a Brindisi ancora senza la degenza di oncologia medica. Se Milano “raddoppia”, evitiamo almeno che Brindisi faccia “autogol”!
“ Il nostro compito è non dimenticare mai il terribile periodo della Shoah dove sei milioni di ebrei furono trucidati dall’intolleranza razzista di Hitler“. E’ quanto dichiarato dal Prof. Giuseppe Pizza, Segretario Politico della Democrazia Cristiana. “ Bisogna tenere sempre a mente quanto accaduto, farne partecipe le nuove generazioni affinché il livello di guardia verso il razzismo e l’intolleranza non venga mai abbassato”.
La termovalorizzazione è un sistema moderno ed efficiente che dall'Europa si è diffuso in tutto il mondo. Grazie ad essa possiamo sfruttare il potere calorifico dei rifiuti e trasformare il calore sprigionato dalla loro combustione in energia elettrica, riducendo nel complesso l'impatto sull'ambiente. In Europa sono in funzione oltre 300 impianti, e i paesi europei dove la termovalorizzazione è più diffusa sono la Svezia, la Danimarca, l’Olanda, la Germania, la Francia; fuori d’Europa i termovalorizzatori sono largamente impiegati in USA, Canada e in Giappone. Il ciclo dei rifiuti in Puglia si basa attualmente soprattutto sulle discariche. Ce ne sono 19, alcune delle quali già sature. Il piano dei rifiuti approvato dalla giunta Vendola prevede la rinuncia ai termovalorizzatori anche a quelli che erano già stati progettati ed appaltati.
I benefici derivanti dall’attività di un termovalorizzatore riguardano un migliore impiego dei rifiuti non riciclabili che sarebbero altrimenti destinati alle discariche, consentendo al tempo stesso mediante la termovalorizzazione degli stessi un recupero di energia elettrica e riducendo del 90% ca. il volume del materiale da conferire in discarica. Trattandosi di impianti a bassissimo impatto ambientale, i termovalorizzatori sono inoltre in grado di garantire limiti alle emissioni di assoluta tranquillità per la salute dei cittadini e per l’ambiente in generale. Per tutti questi motivi il recupero energetico costituisce oggi un elemento indispensabile della filiera dei rifiuti.
Dalla Democrazia Cristiana alla Democrazia Cristiana Fede, Coerenza, Ragione
Se qualcuno chiedesse alla storia del secolo scorso quale tra gli uomini politici della democrazia cristiana in Puglia ha incarnato l’azione ed il pensiero del proprio modus agendi con fede,coerenza e ragione, la risposta avrebbe unica eco: Aldo Moro. Ed è ovvio che la risposta avrebbe identica eco per la nazione. Nell’epoca liquida del disorientamento e del disincantamento, della crisi politica e istituzionale dello scontro tra relativismo sociologico e valore storico,dell’homo videns globalizzato e della tecnologia predatoria, dell’antipolitica e delle caste, forse la ricetta antica fondata sulla triplice della fede, della coerenza e della ragione, sintesi elaborata di una cosmogonia laica e cattolica, è la Via da indovinare per ricominciare, noto appello sturziano. Il viaggio, l’esperienza, gli incontri della tre giorni del nostro Segretario Politico in Puglia, possiamo dire che hanno affermato questa speranza, sia durante gli appuntamenti congressuali, che negli eventi informali di natura culturale o più semplicemente nelle strette di mano, negli occhi sorridenti e fiduciosi, nell’ascolto attento e partecipato. Questa la sintesi ed il successo del partito e del segretario prof. Pizza in Puglia: dall’incontro con le autorità cattoliche nella provincia BAT, all’incontro con sindaci, consiglieri comunali, autorità istituzionali e cittadini, stampa e tv regionali. Questa celebrazione tematica (FEDE,COERENZA,RAGIONE) del congresso regionale che ha eletto l’avv. Alessandro Saracino, presieduto dall’ottimo vice segretario nazionale Aniello e dall’infaticabile Ezio Falini, il tutto nella cornice di Villa Romanizzi in sala colma di desiderio e partecipazione democristiana. Congresso che ha visto anche la partecipazione dell’amico eurodeputato On.le Giorgio Carollo che non ha lesinato la qualità dei suoi interventi. Questo il successo del congresso locale della sezione di Corato dal tema “La politica non si può separare degli interessi della gente”, cui hanno partecipato come ospite il sindaco uscente e numerosi consiglieri provinciali. Sezione vivace e attiva chiamata al voto in questa primavera, resa tale dal cuore degli amici Aldo Zucaro e Angelo Amorose. Questo il successo dell’ importante cittadina di Mesagne in prov. di Brindisi. Una conferenza stampa, diremmo popolare, in piazza alla presenza di ospiti, iscritti, autorità parlamentari e istituzionali, per la presentazione di Piro, candidato sindaco della DC nella città. Ed anche in questo caso, non possiamo non sottolineare il lavoro del commissari e amici Giovanni Guarini e Rocco Colucci. E’ doveroso segnalare la presenza di Pier Francesco Cheli e Marcello Costanza, in questo week-end pugliese. Questa è la politica faticosa dell’amicizia e dell’empatia, della relazione che si pone al servizio del cittadino. Questo è se si ha fede per uno scopo, se lo si insegue coerentemente, se lo si realizza ragionevolmente in modo “mite e dialogante” come afferma il Segretario. Questo il senso della missione! Ritengo che noi tutti oggi abbiamo una fortuna, già concreta e in atto: sono convinto che in questo momento storico, in cui lo show della politica manifesta tutti i suoi limiti negli opinabili partiti e leaders variegati, la Democrazia Cristiana ritornata nei territori e nelle comunità, abbia trovato il servizio di un uomo, il nostro Segretario Politico, che sta ampiamente dimostrando nel sacrificio e nella pratica quotidiana della politica come la fede la coerenza e la ragione possono reincarnarsi e vincere nuovamente; un uomo che mostra con tutti noi che Sturzo, De Gasperi e Moro non sono vissuti invano. A noi il compito di non fargli mancare mai il nostro sostegno. Un ultimo ringraziamento all’amico Antonio Clarizio commissario uscente che negli anni difficili ha creduto e non si è mai arreso; ed ai segretari commissari provinciali, Franco Casillo, Domenico Baldini, Pasquale Bloise, Raffele Lisi, Marcello Cantatore,e al Presidente On. Franco Caffarellli.
“DALLA DC ALLA DC” questo il tema del XX Congresso Regionale della Puglia che si è tenuto Sabato 19 Gennaio 2008 nella splendida cornice di Villa Romanazzi Carducci a Bari. Nel corso del XX Congresso della DC della Puglia, alla presenza di numerosi delegati, è stato eletto all'unanimità L'Avv. Alessandro Saracino quale Segretario regionale della Democrazia Cristiana in Puglia. Il Congresso ha inoltre indicato l' On. Franco Cafarelli quale Presidente del Comitato Regionale ed ha eletto i membri del nuovo Comitato Regionale. ecco alcune immagini:
da sinistra: il Sen. Casillo, il coord. naz. Dott. Ezio Falini, il vicesegr. naz. Dott. Aniello Di Vuolo, l'on. Franco Cafarelli, Il Dott. Raffaele Lisi
Il candidato Sindaco di Mesagne Maurizio Piro, l'europarlamentare on. Giorgio Carollo, Il Segretario Nazionale Prof. Giuseppe Pizza, Il Commissario Dc di Mesagne Giovanni Guarini
Maurizio Piro insieme al segretario Nazionale Prof. Giuseppe Pizza
Grandi prove di avvio della campagna elettorale. Ieri la villa comunale è stata presa d'assalto. Nella tarda mattinata è giunto il prof. Giuseppe Pizza, segretario politico nazionale della Dc proveniente da Bari dove il giorno prima, nel corso del XX congresso della Dc della Puglia, aveva partecipato all'elezione del segretario regionale avv. Alessandro Saracino. Il prof. Pizza ha incontrato il commissario mesagnese della Dc, Giovanni Guarini, il candidato sindaco Maurizio Piro e numerosi amici simpatizzanti. Il segretario politico della Dc ha toccato alcuni temi di attualità politica. Ha parlato della Riforma elettorale non prima di aver dato la solidarietà al Papa. "Basta all'intolleranza di coloro che hanno indotto Sua Santità ad annullare la visita alla Sapienza di Roma per il 705° anno della sua fondazione. La sua è stata una scelta sofferta, una strada obbligata e subìta. Non si può non esprimere il più profondo rammarico per la rinuncia e la condanna più decisa verso i responsabili che hanno provocato questa incresciosa situazione". La Dc del prof. Pizza porta in dote il mitico Scudo Crociato, simbolo di una epoca politica italiana. "Ma noi non ci attardiamo e non siamo attanagliati dalla nostalgia. Guardiamo avanti, a temi nuovi come l'energia, l'ambiente, la competizione tecnologica: tutti temi che avranno un ruolo importante del nostro programma". Ha anticipato che la Dc sarà presente in tutti i comuni dove si andrà a votare, "con liste che dovranno essere aspersione del territorio al fine di recuperare un rapporto tra elettori ed eletti deteriorato in questi ultimi anni". Sulla Riforma elettorale, ha definito un incucio il tentativo di accordo Berlusconi-Veltroni. "Il disegno di affidare le sorti di una nazione a due soli partiti non convince. Berlusconi e Veltroni hanno l'obiettivo di evitare la nascita del "grande centro" di matrice democristiana in quanto puntano a conquistare l'elettorato moderato che non è più sul mercato come 13 anni fa".
“Oggi più che mai ritorna di attualità l’appello ai Liberi e Forti si avverte la necessità di un nuovo progetto che porti all’unità di tutti coloro che si ispirano ai valori perenni del magistero sociale della chiesa affinché la tradizione dei cattolici democratici d’Italia torni ad avere il ruolo che merita nel panorama politico nazionale”. E’ quanto dichiarato dal Segretario Politico Nazionale della Democrazia Cristiana in occasione dell’anniversario dell’appello lanciato da Don Luigi Sturzo il 18 gennaio 1919.
Una famiglia su due vive con meno di 1.900 euro e quasi il 15% non arriva a fine mese. Una spesa imprevista mette in crisi quasi un nucleo su tre e c'é anche il 4,2% che almeno una volta in un anno non ha avuto i soldi per comprare da mangiare. Più povere le famiglie che scelgono di fare più figli, ma anche i genitori single e gli anziani soli. E ancora: si vive meglio, quanto a disponibilità economiche, a Trento e a Bolzano piuttosto che in Sicilia o in Calabria. A fotografare i redditi e le condizioni di vita degli italiani è l'Istat nell'indagine campionaria sulla distribuzione del reddito e delle condizioni di vita in Italia. Rispetto alla rilevazione precedente la disponibilità di reddito è più o meno rimasta ferma ma da un anno all'altro sono diventate più difficili le condizioni di vita delle famiglie numerose. In questo caso infatti balza al 23,8% la fetta dei nuclei che non arriva tranquillamente alla fine del mese e una spesa imprevista di 600 euro mette in crisi il 38% delle stesse. E' un'Italia che non se la passa bene quella tracciata nei dati dell'istituto di statistica, ma anche un'Italia fortemente diseguale. In una comparazione con gli altri Paesi europei i redditi italiani sono tra i più diseguali (esclusi i nuovi Stati membri), insieme a Grecia e Portogallo. E più c'é povertà, maggiore è la disuguaglianza: il divario nelle tasche delle famiglie è più forte infatti nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord. - META' DELLE FAMIGLIE VIVE CON MENO DI 1.872 EURO AL MESE. - QUASI IL 15% NON ARRIVA A FINE MESE. - QUASI IL 10% HA PROBLEMI CON BOLLETTE E SPESE MEDICHE. - SI AGGRAVA SITUAZIONE FAMIGLIE NUMEROSE. - AL SUD REDDITO E' 30% MENO DI QUELLO DEL NORD.
Ecco in una tabella gli indicatori del disagio economico delle famiglie italiane Arriva con difficoltà a fine mese 14,6% Non può far fronte spesa imprevista 600 euro 28,4% - Almeno in un'occasione: In arretrato con le bollette 9,3% Senza soldi per comprare cibo necessario 4,2% Senza soldi per pagare le spese mediche 10,4% Senza soldi per comprare vestiti necessari 16,8% Non riscalda adeguatamente abitazione 10,4%
"Neo-illuministi ma poco illuminati". I giovani ed il parroco don Pietro De Punzio della comunità della Santissima Annunziata sono rammaricati per quanto accaduto all'Università "La Sapienza" di Roma dove alcuni collettivi studenteschi ed un gruppo di professori hanno definito "sconcertante" la visita di Papa Benedetto XVI che avrebbe dovuto inaugurare il 705° anno dell'ateneo romano. "Noi giovani della parrocchia SS. Annunziata mentre ci prepariamo con gioia ad accogliere il Pontefice che a giugno verrà a visitare la Chiesa che è in Brindisi-Ostuni, apprendiamo con sommo rammarico e incomprensione l'atteggiamento di alcuni nostri coetanei e di alcuni dei loro professori. Un atteggiamento - continuano - che consideriamo incomprensibile, un vero affronto a quella che è la nostra Carta Costituzionale che riconosce libertà di parola e pensiero ad ognuno e quindi anche ai cattolici. Tale posizione ci sembra uno schiaffo alle più elementari regole di convivenza all'interno di una società che suole definirsi civile". "La laicità dello Stato, tema a cui come giovani di Azione Cattolica, siamo fortemente legati significa per noi che ogni opinione, pensiero ed idea abbia la stessa dignità". Diceva un famoso scrittore laico: "Non condivido le tue idee, ma lotterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle". "Questa per noi è la vera laicità, quella sana, quella che contribuisce alla crescita morale e civile di una società". Le idee si possono criticare ma a tutti va data la possibilità di esprimerle, che possano piacere o meno. "E' assurdo - concludono - che il Papa sia stato censurato ancora prima che pronunciasse il suo intervento. I nostri padri hanno pagato con il sangue la libertà di espressione combattendo uniti contro il nazifascismo e ci preoccupano gli atteggiamenti discriminatori e assolutisti che vediamo diffondersi". don Pietro De Punzio parroco SS. Annunziata Mesagne articolo tratto da il quotidiano online "Mesagnesera"
"Spiace vedere che 67 persone hanno condizionato l'apertura dell'Anno Accademico della Università La Sapienza di Roma. Un gruppo di integralisti laicisti, reduci del '68, che hanno, di fatto, posto le condizioni a che una personalita' di alto valore e civile come Benedetto XVI non partecipasse alla cerimonia". Lo afferma il segretario della Democrazia Cristiana Giuseppe Pizza. "Di questo passo - osserva Pizza - c'é da temere per il nostro futuro. Le nostre tradizioni, la nostra cultura ed il nostro credo, quanto di più intimo vi è in noi, è stato sopraffatto da una sparuta minoranza che, tra una porchetta ed uno striscione, stanno annientando le nostre radici. E questi signori, che hanno paura del dialogo, dovrebbero educare i nostri figli? E' proprio una brutta pagina".
Scoppia un caso politico a Mesagne per l'assenza dell'ex assessore allo Sport, Maurizio Piro, dall'inaugurazione del nuovo stadio di contrada "Tagliata". Una gaffe commessa, forse, dell'amministrazione comunale, che ha invitato solo gli ex due sindaci della città omettendo di invitare il "padre putativo" dello stadio. Qualche "maligno" attribuisce la svista alla circostanza che Piro da qualche mese ha abbandonato la sua formazione politica di centrosinistra, del "Patto per Mesagne", per passare tra le fila della Democrazia Cristiana che lo ha proposto come candidato sindaco della città. Una svista criticata anche dai suoi ex compagni del Patto che, al di la della scelta partitica operata da Piro, gli riconoscono il ruolo di imprimatur dell'opera sportiva. Lui, Piro, naturalmente getta acqua sul fuoco e anziché alimentare le polemiche le spegne parlando dello stadio. "E' una struttura che la squadra del Mesagne e la tifoseria meritavano - esordisce l'ex assessore il quale precisa - In questo modo abbiamo tacitato gli animi di coloro che per anni ci hanno criticato asserendo di protendere verso il basket anziché verso il calcio. Debbo confermare che siamo stati intraprendenti, insieme all'assessore Dipietrangelo e al sindaco Mario Sconosciuto, nel costruire in 18 mesi questo stadio tutto con risorse del Comune. Nonostante le note problematiche di bilancio. In questo modo abbiamo bonificato un'area pubblica che per molti anni era rimasta nell'oblio. Resta ancora da risolvere il nodo relativo ai parcheggi. Adesso bisogna pensare al vecchio stadio di via Dei Sasso e riprogettare urbanisticamente tutta quella zona che oggi versa in condizioni poco piacevoli".
A Mesagne in contrada Autigno stanno per arrivare i rifiuti campani. L'impianto è già pronto. E la prossima settimana potrebbe essere quella buona: a Mesagne potrebbero arrivare infatti i rifiuti campani. Non immondizia comune, non i sacchetti che in queste ore sono abbandonati per le strade di Napoli e provincia. Ma i rifiuti speciali che devono essere smaltiti dalle grandi aziende. Oppure le ecoballe (i rifiuti urbani già trattati) che potrebbero essere spediti nei nostri impianti per far spazio a ad altro materiale nelle discariche colme campane. Il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha dato la disponibilità di massima ad accogliere i rifiuti. E' possibile perché questo prevede la legge. Il provvedimento di iniziative popolare che è stato appena approvato in consiglio regionale dice infatti che possono arrivare rifiuti speciali da altre regioni purché lungo il tragitto non ci siano impianti disponibili a ospitarli. In realtà c'è la possibilità concreta - se la situazione in Campania non dovesse mutare - che Vendola dia la disponibilità ad ospitare le cosiddette "ecoballe". Si tratta cioè dei rifiuti solidi urbani già trattati e compattati che Napoli non sa dove smaltire visto che non ha gli impianti adatti. Spostando le ecoballe si libererebbe così spazio nelle discariche e la Campania potrebbe in qualche maniera tamponare l'emergenza. Il ciclo dei rifiuti in Puglia si basa attualmente soprattutto sulle discariche. Ce ne sono 19, alcune delle quali già sature. Il piano dei rifiuti approvato dalla giunta Vendola prevede, infatti, da un lato la rinuncia ai termovalorizzatori e dall'altro l'obiettivo del 55% di raccolta differenziata entro il 2010. Oggi però si è all11%. La Democrazia cristiana di Mesagne si oppone con forza a tale iniziativa scellerata, non possiamo pagare per errori altrui, il governo e la regione Campania, trovino soluzioni per smaltire le tonnellate di rifiuti ammassati da giorni per strada nel loro stesso territorio. Non si può chiedere al nostro territorio di pagare gli errori politici commessi dal governo nazionale e dalla giunta Bassolino. Sia chiaro a Prodi e a Vendola che saremo pronti a salvaguardare il nostro territorio anche a costo di bloccare fisicamente l'arrivo di autotreni carichi di rifiuti.
Nei giorni scorsi si è svolto presso il Comune di Mesagne un incontro tra il commissario prefettizio, Pasqua Erminia Cicoria, e le forze politiche cittadine sul "Documento di riallineamento del piano strategico e del piano della mobilità dell'area vasta di Brindisi". I partiti della CdL hanno formulato alcune proposte, sicuramente importanti, parlando tra l'altro anche di crisi infrastrutturale. Medesimi incontri si sono svolti nella sede Provinciale, Damiano Franco, vice presidente dell'amministrazione provinciale, il quale ha ricordato l'insistenza e la determinatezza con cui tutti i rappresentanti del centrosinistra hanno chiesto che fosse portato in consiglio comunale, e quindi approvato, il progetto di "Area Vasta", prodotto dalla Provincia, relativo alla viabilità del territorio, che vedeva coinvolta la città di Mesagne nella realizzazione di alcune strutture viarie di circonvallazione, ritenute importanti per il decongestionamento del traffico cittadino, soprattutto dei mezzi pesanti. Lorenzo Cirasino, assessore provinciale alla Programmazione e Sviluppo, ha parlato dell'importanza strategica di essere partecipi all'iniziativa "Area vasta". "Con l'area vasta, ha spiegato Cirasino - si sviluppano due concetti fondamentali: quello di partecipazione globale proveniente dal territorio e quello di responsabilità delle strutture sociali, imprenditoriali e dirigenziali. Ci troviamo, in sostanza di fronte ad una Progettazione strategica di pianificazione partecipata, che può svilupparsi su quattro aree: attività produttive, ambiente, mobilità e coesione sociale". Non una parola è stata spesa dalle forze politiche di destra e di sinistra sulla rete ferroviaria del territorio brindisino e su quello che era il tema dell'incontro e cioè "la mobilita sostenibile nel territorio". Nello scorso mese di novembre come Democrazia cristiana di Mesagne abbiamo inviato una nota ai Ministri Bianchi e Pecoraro Scanio e gli Assessori Regionali Loizzo e Losappio, denunciando lo stato di degrado e di abbandono della stazione ferroviaria, invitandoli ad un risolutivo intervento su Trenitalia. Personalmente ed a nome del partito della Democrazia cristiana, che rappresento a Mesagne, esprimo vivo apprezzamento per i lavori di manutenzione che in questi giorni si stanno svolgendo, questo significa che dopo la nostra denuncia, qualcosa si muove. Ma non è solo con la ritinteggiatura del fabbricato che si può risolvere il problema dei trasporti nel territorio. Il Presidente dell'azienda delle Ferrovie dello Stato, nel corso di un'intervista pubblicata su di un settimanale nazionale, ha rilasciato alcune dichiarazioni allarmanti circa un futuro disimpegno per la rete ferroviaria salentina, considerata poco conveniente in termini di profitto; tali dichiarazioni forniscono un eloquente quadro di come a livello di azienda delle ferrovie statali e di governo regionale il Salento sia considerato alla stregua di una semplice periferia della Repubblica, a dimostrazione del fatto che il servizio pubblico offerto trova un limite nella politica aziendalistica, basata su una sospetta analisi costi benefici che ignora il gap degli investimenti, visione politica voluta e imposta da un demagogico governo nazionale "taglia costi" che evidentemente non ha come interesse il mantenimento dello stato sociale e dei servizi che pure costituzionalmente è chiamato ad assicurare al nostro territorio. Il treno è per definizione il mezzo di trasporto vocato alla sostenibilità, in quanto pubblico e di basso impatto ambientale. Da tempo si programma, con incerti risultati, l'auspicato trasferimento di quote crescenti del trasporto merci da gomma a rotaia, è evidente quanto il treno si da sempre mezzo di trsporto veloce, sicuro e ancora relativamente economico per i passeggeri, in particolare per categorie quali pendolari, trasfertisti, studenti ed è il legame con la propria terra di quanti lavorano lontano, è da sempre il mezzo privilegiato dalle classi sociali meno abbienti, dagli anziani, dai lavoratori. Lo è sempre di più anche da persone illuminate, che fanno della sostenibilità uno stile di vita, è in ogni caso componente fondamentale della qualità della vita di tanti di noi. Per questo è intollerabile che mentre si combatte per la riduzione delle emissioni inquinanti e la Regione lavora ad un Piano della Qualità dell'Aria con disincentivi e penalizzazioni dell'utilizzo dell'automobile, Trenitalia pensi di poter tagliare importanti treni che collegano il Salento con il resto dell'Italia. E' tanto più intollerabile per il fatto che della sostenibilità di questo mezzo di trasporto continuerebbero a beneficiare altri territori, ma non quello brindisino che produce l'energia che quei treni fa correre, rimanendo così di fatto il territorio che unicamente ne subisce gli effetti ambientali negativi. Il taglio del trasporto passeggeri su rotaia è in generale un controsenso, ma dunque è addirittura inaccettabile a Brindisi, a maggior ragione dopo gli importanti investimenti per la elettrificazione e il radoppio della linea ferroviaria Bari-Lecce. E' indispensabile che la Regione Puglia attraverso lo strumento "area vasta" e con l'indirizzo politico della Provincia di Brindisi si faccia carico del fabbisogno di mobilità sostenibile del territorio brindisino e salentino.
ABORTO: SCONTRO SU PAROLE RUINI E' IPOCRISIA LAICISTA
Lo scontro sull'aborto, in seguito alle dichiarazioni del cardinal Ruini, rappresenta una pura ipocrisia laicista. La Democrazia Cristiana sostiene che il diritto alla vita, sacro ed inviolabile, è garantito dalla nostra Carta Costituzionale e la legge 194 appare, oggi come oggi, inadeguata e male applicata. Quindi non capiamo dove sia il problema se si pensa ad una sua revisione. Invece di ragionare su come prevenire, aiutare chi è in difficoltà, di ragionare su un valore altissimo come quello del diritto alla vita, si alzano steccati pretestuosi e calunnie verso le gerarchie ecclesiastiche che hanno il solo scopo di avvelenare ulteriormente il clima politico".
Se si parte dalle identità si arriva alle alleanze. Dalle alleanze si arriva alle sudditanze
LA POLITICA NON PUO’ DIVENTARE UN DERBY
L’Italia ha una storia diversa da quella anglosassone limitata a due culture politiche
Crisi politica ed istituzionale del nostro paese. Era facilmente immaginabile che si arrivasse a questa situazione. Chi ragiona con il senso delle regole e con la storia centra la migliore soluzione. Il problema di oggi è l’impianto del sistema elettorale. La politica italiana non può diventare un derby. È contro il modo di essere “italiano”. Ci sono diverse identità come quella centrista e quella della sinistra riformista. Queste due rappresentano le culture moderate e più diffuse a cui si affiancano quella comunista radicale, quelle della destra democratica e quella della destra più estrema. Nel mondo anglosassone invece vi sono due grandi culture e quindi due soli partiti. Noi italiani abbiamo sfumature e sensibilità variegate e constatiamo la maggiore diffusione delle ideologie moderate che hanno permesso nella Prima Repubblica di governare per quasi cinquant’anni. Avevamo i governi di centro–sinistra a cui non partecipavano i comunisti e la destra legata al vecchio regime monocratico. Poi nacque la crisi dovuta da Tangentopoli. Il popolo era sulla scia emotiva, e su quella scia decise di introdurre il maggioritario. Sarebbe opportuno consentirebbe l’aggregazione di più partiti secondo affinità di tipo identitario-culturale. Non penso ad un sistema bipartitico. Gli italiani l’hanno già dimostrato bocciando sia il partito unico di Berlusconi sia quello di Prodi. Una politica con due soli partiti in Italia significa una politica che va contro la natura dei cittadini. Facilita maggiormente nella vita pratica i possessori di mezzi finanziari a ricoprire i posti pubblici da cui si gestisce il nostro bene comune. Il sistema elettorale entrato in vigore dal 1994 al 2005 ha premiato le alleanze dei due poli nella direzione degli estremisti. Siano comunisti o leghisti. Queste due coalizioni si compongono non secondo programmi sinceramente condivisi ma solamente per produrre voti senza produrre governo. Si creano le alleanze dopo aver trovato il comune nemico e non in base alle identità culturali. Il risultato è che si sono moltiplicati i nemici e diviso le alleanze. Si cerca e si paga l’alleato il giorno prima per vincere, lo si perde il giorno dopo per governare. Sono venuti così a galla gli interessi particolari e soprattutto gli interessi forti. L’Italia è perciò da anni immersa in una guerra delle due rose, cioè a un derby che non piace a nessuno. Conviviamo in questi partiti diventati dei club privati e personali in cui il pensiero del leader è tutta la coscienza critica del movimento politico. Ecco spiegare l’allontanamento della gente dai partiti. Oramai la partecipazione si è limitata all’atto del voto e ancora peggio cresce, seppur di poco, l’astensione. Allora è opportuno premiare la coalizione più votata a cui sarà assegnata il premio di maggioranza (i referendari del Prof. Guzzetta lo vorrebbero dare al partito con più voti), impostare il sistema proporzionale per far si che si creino coalizioni omogenee e infine introdurre le preferenze.
“Condividiamo in pieno l’intervento del Capo dello Stato On.le Giorgio Napolitano. L’Italia è un grande Paese che ha il diritto-dovere di tornare a sperare per un futuro migliore” è quanto dichiarato dal Segretario Politico della Democrazia Cristiana Giuseppe Pizza. “Tornare, come ha sollecitato il Presidente Napolitano, ad una politica mite e dialogante, che renda possibile l’uscita dallo stallo in cui ci troviamo, è senza dubbio un riconoscimento a tutti coloro, Democrazia Cristiana in primis, che da anni si battono affinché in Italia il clima politico torni sereno per il bene complessivo di tutti gli italiani, nessuno escluso.”